Genova. Al momento il suo costo di produzione si aggira sui 30 euro, ma la speranza è quella di poter trovare in tempi brevi un’azienda in grado di produrlo su scala industriale a un prezzo molto più basso. E sono circa un centinaio le imprese che si sono già fatte avanti con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova che oggi ha presentato ufficialmente iFeel-You, l’innovativo braccialetto elettronico che potrà aiutarci a mantenere le distanze di sicurezza, soprattutto in spiaggia – dove la Regione punta a introdurlo entro l’estate – ma anche in molte altre occasioni della vita quotidiana.
“È un dispositivo molto semplice che misura la distanza tra le persone – spiega Giorgio Metta, direttore scientifico dell’IIT – e in caso di avvicinamento a un altro braccialetto emette un allarme. Ha anche sensori per misurare la temperatura corporea e la saturazione dell’ossigeno. Non è un braccialetto che traccia le persone, abbiamo tenuto un occhio per la privacy”.
Lo smartband – questo il nome tecnico del dispositivo – è in grado di monitorare la sua distanza da un altro braccialetto, così che quando due smartband si trovano in prossimità, vibrano emettendo un segnale di allerta e facilitano il rispetto della distanza di sicurezza. Inoltre, in caso di superamento di tale distanza, il prototipo di braccialetto può memorizzare l’identificativo del braccialetto vicino, dando così la possibilità di ricostruire, se necessario, i contatti con una persona risultata positiva al coronavirus. Nello stesso tempo, lo smartband è munito di sensori per la registrazione della temperatura corporea, permettendo di diagnosticare in modo rapido uno dei principali sintomi dell’infezione.
Cosa succederebbe in spiaggia? “All’entrata dello stabilimento balneare mi viene consegnato il braccialetto, se tutti lo hanno a disposizione si illumina o suona per ricordarmi che non sto tenendo un comportamento adeguato. A differenza dell’app non c’è bisogno di avere sempre con sé lo smartphone ed è più preciso nella misurazione della distanza”, spiega Metta.
“Il progetto elaborato dall’IIT è uno strumento innovativo a livello nazionale che vogliamo fare in modo che venga esteso il più possibile in regione anche attraverso accordi con associazioni di categoria che potranno proporlo per i loro associati. Noi vogliamo dare una mano alla nostra economia e alle nostre aziende e questo braccialetto va in questa direzione, calcolando attentamente ogni rischio. Pensiamo che questo strumento possa essere usato da moltissime imprese, a cominciare da quelle turistiche e dalla categoria dei balneari alla luce anche delle indicazioni del governo poco realistiche e che rischiano di condannare a morte il settore”, ha commentato il presidente Giovanni Toti.
Nelle ultime settimane i ricercatori di IIT stanno elaborando un nuovo design più compatto dell’elettronica del braccialetto, rendendo il dispositivo più vicino alle caratteristiche utili a una produzione su scala industriale. Inoltre, il team coordinato da Pucci, continua a lavorare sugli algoritmi di trasmissione dei segnali radio tra braccialetti per creare un protocollo di comunicazione compatibile con il Bluetooth ma più efficiente nell’identificazione delle prossimità tra persone. A breve inizieranno le procedure e i test per ottenere il marchio CE, importante per favorire il trasferimento della tecnologia sul mercato, e che dovranno concludersi nei prossimi 3 mesi.
Non abbiamo ancora valutato l’analisi dei costi ma abbiamo fatto la lista della spesa. Produrre un prototipo costa circa 30 euro, ci sono ampli margini di ottimizzazione, abbiamo bisogno di un partner interessato all’industrializzazione – spiega Daniele Pucci, ricercatore IIT che ha coordinato il progetto -. Inoltre potrà essere facilmente integrato con smartphone e smartwatch, perché sarà compatibile con lo standar Blueetooth. Entro qualche mese contiamo di poterlo diffondere. are a morte il settore”, ha concluso Toti.