Genova. “Facciamo un invito di buonsenso: domani mattina non accalcatevi davanti alle farmacie. Chi ha già le sue mascherine lasci spazio agli altri”. L’appello dell’assessore alla protezione Giacomo Giampedrone anticipa la consegna delle 500mila mascherine chirurgiche offerte gratis dalla Regione Liguria in aggiunta agli oltre 2 milioni consegnati per posta a domicilio.
Da domani, mercoledì 6 maggio, ogni residente potrà ritirare una confezione con due mascherine. Ma il rischio di un assalto fuori controllo c’è, anche perché da un lato la domanda continua a crescere a causa di ordinanze e decreti che ne rendono obbligatorio l’uso in diverse occasioni quotidiane, dall’altro le scorte destinate alla vendita sono nuovamente esaurite e i farmacisti stanno incontrando grosse difficoltà a reperire sul mercato merce vendibile a prezzo calmierato, cioè quei 61 centesimi (Iva compresa) criticati dalle imprese che lamentano costi di produzione molto più elevati.
Come funziona il ritiro? Basta andare in una qualsiasi farmacia sul territorio regionale con la propria tessera sanitaria, quella che riporta il codice fiscale. Saranno ammesse le consegne per conto terzi: chi vuole prendere le mascherine anche per parenti o amici deve portare con sé tutte le tessere in originale e in cambio riceverà tante confezioni quante sono le tessere presentate, a prescindere dal nucleo familiare di appartenenza. L’unica condizione è che i richiedenti devono essere residenti in Liguria. Il sistema elettronico poi registra l’avvenuta consegna, quindi sarà impossibile andare in un’altra farmacia e ottenere altre mascherine con lo stesso codice fiscale.
Ma chi ha già ricevuto le mascherine gratuite a casa può ritirarle lo stesso in farmacia? In teoria sì perché non c’è nulla che lo vieta e si tratta di una seconda tornata supplementare, ma la Regione invita espressamente a ragionare in maniera altruistica: “Chi le ha già trovate nella cassetta della posta, o le ha acquistate in autonomia, oppure le ha avute in dotazione sul posto di lavoro eviti di andarle a prendere domani – ribadisce Giampedrone -. E ancora, se uno ha dieci persone in famiglia ma escono solo in tre, lasci le altre sette confezioni a chi ne ha davvero bisogno”.
L’altro problema sarà gestire i possibili assembramenti. “Per noi sarà un impegno molto gravoso – spiega Giuseppe Castello, presidente dell’ordine dei farmacisti di Genova -. Io ad esempio metterò un dipendente a lavorare esclusivamente sulla consegna delle mascherine gratuite e creerò una fila separata, ma non tutti potremo farlo“. Del resto la pratica dovrebbe essere piuttosto veloce: “Basta venire col codice fiscale, non serve altro. Scannerizziamo la tessera e consegniamo il pacchetto. E se qualcuno vuole ritirare per i famigliari che non possono uscire, non c’è problema”.
E chi invece le mascherine a casa non le ha mai ricevute? Oltre alla possibilità di ritirarle in farmacia, sarà attiva fino a venerdì 8 maggio la casella e-mail della Regione segnalazionimascherineliguria@gmail.com per denunciare eventuali disguidi. “Ogni richiesta viene inviata alle Poste che effettuano una verifica – assicura Giampedrone -. Se effettivamente quell’indirizzo è rimasto scoperto, allora si procede alla consegna. Entro lunedì dovremmo avere terminato. In caso di furti, però, non possiamo intervenire una seconda volta. Si tratta di un reato”. Finora sono circa 4mila le richieste pervenute e 15mila le confezioni ancora disponibili per la spedizione a domicilio su un totale di 100mila messe da parte ad hoc.
In ogni caso le mascherine gratuite non sono ancora finite. I farmacisti hanno già ricevuto ieri mattina tramite la protezione civile le prime 250mila confezioni per un totale di mezzo milione di mascherine, distribuite a oltre 600 punti vendita in base a criteri demografici stabiliti di comune accordo tra la Regione, l’ordine e Federfarma. La prima tranche dovrebbe andare esaurita entro questa settimana, ma da lunedì saranno disponibili ulteriori 250mila pacchetti da due, che stavolta saranno davvero gli ultimi, consegnati sempre attraverso le farmacie.
“Abbiamo pensato di riservare un milione di mascherine all’inizio della fase 2 proprio per coprire eventuali carenze – aggiunge Giampedrone – dopodiché la nostra capacità di spesa è terminata e noi non possiamo più intervenire sul mercato“. A conti fatti le chirurgiche regalate dalla Regione attraverso i vari canali (consegna per posta, farmacie, associazioni di categoria e Comuni) sono costate in media 43 centesimi al pezzo, un po’ meno dei 50 (più Iva) imposti dall’ordinanza di Arcuri, con la differenza che i costi di trasporto e distribuzione sono stati coperti tutti dalla protezione civile.