Manca poco

Coronavirus, un contagio su due è in Lombardia ma Toti spinge: “Dal 3 giugno riparte il turismo”

Il governatore annuncia una grande campagna promozionale: "Ora bisogna spargere ottimismo". Ma il fronte del no sfida il Governo sulla riapertura dei confini

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Genova. “È opportuno riaprire regioni e frontiere dal 3 giugno, ora si riparte con il turismo. Regione Liguria ha preparato una campagna stampa straordinaria di pubblicità sia nazionale che per l’estero che vale molte centinaia di migliaia di euro per attrarre i turisti”. Quando mancano quattro giorni al via libera alla mobilità su tutto il territorio nazionale il governatore Giovanni Toti insiste con la propria linea e si smarca nettamente dal “fronte del no” che continua a far sentire la sua voce, forte anche dei dati che dipingono una situazione ancora critica in Lombardia.

Anche sabato il territorio di gran lunga più colpito dalla pandemia ha fatto registrare il 53% dei nuovi contagiati e il 60% delle vittime, in una giornata in cui ben 11 regioni non hanno segnalato deceduti (tra queste non c’è la Liguria) . Il livello di contagio in Lombardia sta scendendo, ma non così velocemente. Ancora nelle ultime 24 ore si sono registrati 221 nuovi positivi su 416 in totale in Italia e 67 vittime su 111. E proprio da lì arriverà gran parte dei vacanzieri che usano affollare le riviere in estate, molti dei quali proprietari di una seconda casa.

Toti però non molla la presa. Il presidente ligure ha spiegato che la campagna di comunicazione si rivolge sia alle regioni limitrofe sia a Francia, Svizzera, Germania e si è detto convinto che l’arrivo dei turisti “potrà contribuire a fare una stagione almeno dignitosa. Alberghi, bar, ristoranti, stabilimenti potranno lavorare. La malattia è temibile – ha aggiunto – ma i dati dell’economia non preoccupano di meno. Anzi oggi di più perché i dati economici scendono. Bisogna ripartire, spargere ottimismo e provare a creare nuovi posti di lavoro con i nuovi consumi”.

Non la pensa così il governatore della Campania Vincenzo De Luca che attacca: “Non si comprende il perchè di un’apertura generalizzata”. Con lui sono schierate in particolare alcune Regioni del centro-sud e le isole Sicilia e Sardegna, destinatarie di ingenti flussi di turismo estivo. Il governo tuttavia prosegue con il ministro Francesco Boccia il dialogo con i presidenti e non si prevedono cambi di linea rispetto alla riapertura dei confini prevista per il 3 giugno, anche se l’obiettivo è scongiurare possibili ordinanze restrittive localizzate.

Tra le ipotesi circolate per mitigare i rischi del ritorno alla mobilità totale nel Paese ci sono una sorta di autodenuncia di chi proviene da regioni ancora ad alto contagio e la possibilità per chi li accoglie di metterli in quarantena, anche ridotta. La prima viene esclusa da fonti vicine a Boccia, mentre la quarantena potrebbe venire consentita in situazioni di emergenza locale. Soluzioni che in ogni caso non convincono Giovanni Toti, sostenitore di una riapertura tout court che consenta ai turisti vicini e lontani di godersi la Liguria senza restrizioni (se non quelle imposte agli stessi residenti).

Il ministro della salute Roberto Speranza ha comunque chiarito che i dati saranno monitorati fino all’ultimo giorno prima della riapertura tra le regioni e se dovessero indicare una tendenza ancora preoccupante non si escludono interventi. Nei prossimi giorni potrebbe venire convocata una nuova videoconferenza Stato-Regioni. E saranno giornate ancora lunghe prima che gli italiani possano tornare a muoversi liberamente nel loro Paese.

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