Genova. “È evidente che sui tamponi che effettuiamo ogni giorno il numero dei positivi sia più alto che altrove, visto che andiamo a effettuare i tamponi in modo mirato, andiamo a cercare i contagiati nei posti dove è più possibile trovarli e su campioni che hanno bisogno di essere tenuti sotto stretto controllo”. Così il presidente Giovanni Toti spiega il dato fornito dalla fondazione Gimbe secondo cui la Liguria, con un’alta prevalenza e un incremento dei casi di coronavirus superiore al 14%, sarebbe ancora nella prima fase dell’epidemia.
“È surreale che, se i tamponi producono contagiati, invece di dire che sono fatti bene su campioni che devono essere tenuti sotto controllo, si dica che va male. No, va meglio, perché in questo modo conosciamo più nello specifico i soggetti che rischiano di infettare altre persone. Se li facessimo a caso avremmo sprecato più tamponi. Quello dei risultati dei tamponi non è indicatore con cui si misura la situazione su un certo territorio: il dato chiave è quello dei posti letto occupati, si tratta dell’unica misura coerente, e in Liguria calano i ricoverati sia in media intensità che in terapia intensiva”, dice Toti.
“Anche le notizia secondo cui al ministero della salute non vi siano dati sufficienti a calcolare l’R0 della Liguria è totalmente priva di fondamento – prosegue il presidente – dal momento che il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro ha dichiarato che tutte le regioni italiane hanno un R0 inferiore a 1. È quindi evidente che abbiano i dati anche per valutare la Liguria. Da parte nostra tutti i dati a disposizione della nostra sanità regionale sono anche a disposizione dell’Istituto superiore di sanità e del mistero della Salute”.