Genova. Un aumento del 50% della mortalità nel periodo che va dal 20 febbraio al 31 marzo 2020, rispetto alla media degli anni precedenti, a partire dal 2015. Una valore che permette alla Liguria di posizionarsi in quinta posizione sulle otto regioni del nord.
È quanto emerge dal rapporto sulla mortalità della popolazione residente a cura dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Istat, pubblicato oggi. L’analisi ha preso in considerazione come periodo di riferimento il primo trimestre del 2020 rispetto alla media dello stesso periodo del quinquennio precedente (2015-2019), diviso dallo spartiacque del 20 febbraio, giorno in cui si considera l’inizio della epidemia conclamata.
Dal primo gennaio al 20 febbraio l’andamento legato alla mortalità ha registrato un calo del 14%, il dato migliore di un’Italia che ha visto il primo mese e mezzo dell’anno con un trend negativo diffuso su tutte le regioni.
Ma con l’arrivo del coronavirus le cose, come è noto sono cambiate, e dall’ultimo posto (per quanto riguarda il trend di crescita, essendo il più alto in senso opposto) si passa al quinto, con un incremento, dal 20 febbraio al 31 marzo, rispetto alla media degli anni precedenti, che raggiunge il 50%.
In questa statistica troviamo una crescita del 186% in Lombardia, 70% Emilia Romagna, 65% in Trentino Alto Adige, 60% in Valle D’Aosta, 50% in Liguria, 47% in Piemonte, 24% in Veneto e 9,8 in Friuli.
Questi dati – commenta il presidente Giovanni Toti – confermano che le nostre azioni per contrastare e contenere la pandemia sono state tempestive ed efficaci e smentiscono, speriamo una volta per tutte, le voci di chi rema contro per principio, manipolando i dati e la loro interpretazione e denigrando così il lavoro dei nostri sanitari. La Liguria è tra le Regioni del nord che hanno registrato una minore mortalità a causa del Covid-19 nel primo trimestre del 2020. Premettendo che per noi ogni vittima di questa emergenza è stato un dolore e alle famiglie va tutta la nostra vicinanza, questi numeri però sono particolarmente significativi, considerato che siamo la Regione più anziana d’Europa e ci confortano ancor di più in questo inizio di Fase 2. Grazie ad una rimodulazione immediata del nostro sistema sanitario e allo straordinario lavoro svolto da tutto il personale, la Liguria ha sempre garantito a tutti i cittadini le cure di cui avevano bisogno e ora, con prudenza e regole precise, è pronta a ripartire. Lo capiranno anche i soliti oppositori oppure – conclude – continueranno a leggere i numeri solo in senso negativo per fare un dispetto a Toti?”.
Lo studio rivela che l’eccesso di mortalità più consistente si riscontra per gli uomini di 70-79 anni, segue la classe di età 80-89 (quasi 2,2 volte di aumento). L’incremento della mortalità nelle donne è invece più contenuto per tutte le classi di età; raggiunge alla fine di marzo il 20% in più della media degli anni 2015-2019, tanto per la classe di età 70-79 che per la 90 e più. Inoltre nel 34,7% dei casi segnalati viene riportata almeno una co-morbidità (una tra: patologie cardiovascolari, patologie respiratorie, diabete, deficit immunitari, patologie metaboliche, patologie oncologiche, obesità, patologie renali o altre patologie croniche).