Genova. Sono tutti positivi i dati del monitoraggio del ministero della salute, vidimati dall’Istituto superiore di sanità, sulla pandemia di coronavirus in Liguria. Contagi in calo, terapie intensive sempre più vuote e capacità di monitoraggio che rientra nei valori minimi imposti dal Governo: con questi indicatori il governatore Giovanni Toti, che li ha pubblicati direttamente sulla propria pagina Facebook, conta ormai nel via libera alla riapertura dei confini regionali.
L‘indice di contagio Rt, anticipato già stamattina dalla Regione, è compreso tra 0,58 e 0,41, a seconda che il dato sia basato sulla data di inizio dei sintomi o su quella di ospedalizzazione, a fronte di un valore di soglia pari a 1. Il numero di casi riportati dalla protezione civile negli ultimi 14 giorni è in calo del 13,5%, mentre i nuovi casi di infezione non associati a catene di trasmissione locale sono 86, cioè 63 in meno rispetto al report precedente.
Ad oggi, però, solo per il 29% dei nuovi casi positivi è stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti, una percentuale classificata come “stabile” mentre la soglia prevede un trend in miglioramento con target finale 100%. La percentuale di tamponi positivi risulta “in diminuzione in tutti i setting” e in media passano due giorni tra la data di inizio dei sintomi e quella della diagnosi.
“I catastrofisti non saranno felici ma questi sono gli unici dati ufficiali – commenta Toti su Facebook -. Siete liberi però di credere a quelli che trovano molto più spazio sui media al motto di “good news, no news”. Siete liberi di credere a chi pronosticava “picco virus a inizio estate“, a chi prevedeva ospedali già pieni, andando contro le riaperture volute dalle Regioni, a chi tenta di fare politica o di avere visibilità cavalcando le paure della gente”.
“I fatti sono questi e hanno il bollino dell’Istituto superiore della sanità. Chi mette in discussione questi numeri mette in discussione il lavoro di migliaia di donne e uomini di scienza che da mesi lavorano per sconfiggere il virus. Chi lo fa per paura ha la mia comprensione e spero si possa fidare delle istituzioni leggendo questi numeri. Chi lo fa per politica o visibilità dovrebbe riflettere sul fatto che sta giocando sul futuro di un intero Paese”, conclude il presidente.