Genova. Dopo due mesi di lockdown e una fase 2 in cui ancora in alcune città sono arrivate le multe a commercianti o manifestanti di qualunque tipologia o colore politico che hanno provato a scendere in piazza per rivendicare diritti o risorse, dal 18 maggio torna in tutto il Paese il diritto di manifestare, seppur distanziati.
Il ripristino di uno dei diritti fondamentali di ogni Paese democratico, è sancito dall’articolo 1, comma 10 del decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri stanotte e che sarà in vigore dalla mezzanotte di domenica: “Le riunioni si svolgono garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.
Poche parole che tuttavia ridanno dignità alla Costituzione e alla democrazia coinvolgendo direttamente gli articoli 17 (libertà di riunione), 21 (libertà di pensiero) e 40 (diritto di sciopero).
A Genova a dire il vero negli ultimi giorni la Questura d Genova aveva attuato una linea ‘morbida’, evitando le sanzioni in cambio di un atteggiamento di collaborazione da parte di chi aveva manifestato il proposito di scendere in piazza. Ma era evidente che occorresse ripristinare il diritto per via legale, dopo un lungo periodo di “sospensione” che ovviamente ha riguardato moltissimi diritti costituzionali, dalla libertà di movimento a quella di culto.
Il ritorno alla normalità comprenderà anche il ritorno alla legittima protesta che tuttavia dovrà attuarsi “nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.
A Genova, a meno di svolte positive nelle prossime ore, questo potrebbe sancire la piena legittimità dello sciopero Ilva (con annesso corteo) previsto per lunedì mattina.