Genova. Assemblea in fabbrica alle 8 anche con i 400 cassintegrati su mille dipendenti, a cui l’azienda voleva da oggi aggiungere altri 200 lavoratori, per decidere le iniziative da intraprendere dopo la fumata nera in Prefettura di questo pomeriggio.
I rappresentanti dell’azienda, fra cui il responsabile delle relazioni sindacali del gruppo, hanno detto no alla proposta di mediazione dei segretari di Fiom, Fim e Uilm, sostenuta anche dalle istituzioni locali, di fermare la procedura di nuova cassa integrazione per Covid fino a giovedì in attesa fra l’altro della pubblicazione del decreto Rilancio.
Molti lavoratori, ancora riuniti davanti alla Prefettura, hanno chiesto di occupare lo stabilimento. I sindacati hanno invece proposto di aprire anzitutto una conflittualità interna allo stabilimento con scioperi mirati a fine turno per danneggiare la produzione e costringere l’azienda a sedersi nuovamente al tavolo. Contemporaneamente domani sarà presentato in procura l’esposto sull’illegittimità della cassa per Covid: “Abbiamo dimostrato anche oggi all’azienda e al Prefetto che gli ordini ci sono – ha spiegato l’ex storico segretario della Fiom e firmatario dell’accordo di programma del 2005 Franco Grondona – ed è chiaro che non ci molliamo ma ma ci vuole cuore caldo e mente fredda per dobbiamo valutare bene le scelte e tempi. Questi sono molto peggio di Riva che io ai tempi definivo un bandito”.
Domattina assemblea per decidere come far pagare i padroni”. Un problema potrebbe porsi se i vertici dello stabilimento decidessero di non far entrare in fabbrica chi si trova attualmente in cassa: “In qualche modo l’assemblea la faremo, come abbiamo sempre fatto” dice chiaramente il coordinatore dell’rsu Armando Palombo.