Genova. Le prime due settimane sono servite per oliare i meccanismi, ora bisogna fare sul serio. Dalla settimana prossima, con le nuove aperture che dovrebbero scattare anche in Liguria, il servizio Amt sarà rimodulato ancora una volta. Le corse, fanno sapere dall’azienda, rasenteranno il 100% del normale orario invernale ma con alcune modifiche sostanziali che in parte sono state anticipate alcuni giorni fa dai sindacati dei trasporti.
Alla base di tutto un concetto empirico: inutile concentrare tutto il servizio nell’ora di punta del mattino, tra le 7.30 e le 9. Il monitoraggio ha evidenziato che in questa fascia oraria non ci sono criticità, sia perché le scuole sono ancora chiuse sia perché il personale degli uffici per la maggior parte continua a lavorare da casa. E infatti, salvo episodi sporadici, i bus più affollati non si registrano all’inizio della giornata, ma in tarda mattinata, quando le persone si spostano in zone vicine per fare la spesa o le piccole commissioni quotidiane.
Il servizio sarà quindi spalmato sull’intera giornata, con una particolare attenzione al mattino e al pomeriggio dopo le 16. L’aggiunta di cartellini – cioè autisti in servizio e perciò corse disponibili – riguarderà tutte le linee ma soprattutto quelle al servizio dei quartieri collinari, spesso svolte da mezzi piccoli per la dimensione delle strade, entrate in crisi nei primi giorni della fase 2. In centro 32, 35 e 374, in Bassa Valbisagno 82, 381, 383 e 385, a Levante 15 e 44, a Pra’ il 199. Ma anche le linee di forza del Ponente e della Valpolcevera, cioè 1, 7 e 8.
La rimodulazione prenderà spunto anche dall’esperienza di questa settimana, che ha visto Amt correre ai ripari con controllori sparsi alle fermate che segnalano eventuali affollamenti e avvisano la centrale operativa per attivare corse sussidiarie quando ce n’è bisogno. E, almeno per ora, sembra che la situazione sia tornata sotto controllo. Sull’ipotesi di saltare le fermate in caso di mezzi troppo pieni, invece, si attendono direttive precise dall’azienda.
Si lavora intanto alla sperimentazione dei contapersone, di fatto già predisposti su circa 200 mezzi nuovi, in attesa di un software che Amt sta sviluppando insieme a Leonardo. Per il resto il “numero chiuso” a bordo resta di fatto affidato all’occhio degli autisti e alla sensibilità dei passeggeri che in qualche caso decidono da soli di non salire quando non si sentono al sicuro.