Genova. Le “prove generali” sono andate in scena venerdì, quando la polizia locale ha iniziato a fermare i giovani diretti sulla piazzetta di Boccadasse già affollata per la prima serata di movida dopo il lockdown. Ma adesso i commercianti e il Comune stanno lavorando a un piano dettagliato che potrebbe diventare operativo già la prossima settimana: un vero e proprio numero chiuso nei momenti di maggiore afflusso per ridurre al minimo il rischio di assembramenti.
“Ci stiamo organizzando con la protezione civile e le forze dell’ordine per capire qual è il numero massimo di persone che possono stare a Boccadasse per prendersi un aperitivo o un gelato in piedi senza essere mandate via”, conferma il presidente del Civ, Alessio Pastine. Dal conteggio verrebbero esclusi coloro che hanno un posto prenotato all’interno di un locale: “Se nella zona abbiamo cinque o sei ristoranti che tengono al chiuso cento e più clienti, questi verranno comunque lasciati passare perché non c’è il pericolo che si riversino all’esterno occupando spazio. Al momento non abbiamo fatto i calcoli, ma ci stiamo lavorando”, prosegue Pastine.
Il primo stress test ha visto una grande concentrazione di sforzi in centro storico, ma la maggior parte dei problemi sono arrivati dal Levante cittadino che in effetti è la sede privilegiata della movida estiva. Ma i commercianti si difendono: “Teniamo conto che venerdì è stata la prima serata dopo molto tempo, ieri abbiamo fatto un’ottima domenica, tutti erano distanziati e con la mascherina. Il problema di Genova è che molta gente è incattivita. Ora sembrano diventati tutti fotografi, e a fotografare cinque persone e dire che è un assembramento non ci vuole niente”.
Anche a Boccadasse gli esercenti si sono organizzati con un servizio di vigilanza privata, come quelli di piazza delle Erbe, due steward che dal prossimo weekend diventeranno quattro e daranno una mano a gestire la situazione a valle dei filtri operati dagli agenti della polizia locale. “C’è già una buona collaborazione coi vigili – osserva Pastine – e cercheremo di gestire l’ordine pubblico anche in maniera autonoma. Dopo due mesi basta usare un po’ la testa e il ritorno alla normalità potrà avvenire in maniera serena”.
E l’unico modo di “usare la testa” in maniera scientifica è stabilire un numero massimo di accessi. Il sistema funzionerà nel fine settimana (venerdì, sabato e domenica sera) dal tardo pomeriggio fino alla chiusura dei locali, ma non durante il giorno, quando il borgo si riempirà di bagnanti più che di avventori. “Ma le spiagge rientrano nella competenza del Comune e della Regione”, puntualizza Pastine. La riapertura dovrebbe essere questione di giorni, secondo quanto annunciato dal sindaco Bucci, e per Boccadasse, che misura sì e no 400 metri quadrati, i posti a disposizione secondo le nuove regole saranno probabilmente una manciata.
“Spero che si acceleri coi lavori post mareggiata – conclude il presidente del Civ – perché avendo tutta quell’area chiusa va da sé che si crei più assembramento sulla piazzetta e sulla spiaggia, che è l’unica zona fruibile. Se si potesse accedere anche agli scogli, la gente sarebbe distribuita meglio. E anche quella foto del 9 marzo sarebbe stata meno eclatante”.
Foto Andrea Bittolo (Twitter)