Il punto

Terremoto tra Emilia e Liguria, il sismologo: “Possibili altre scosse, ma difficile che siano più forti”

Stefano Solarino dell'Ingv spiega cosa sta succedendo: "Ecco perché molte persone l'hanno sentito, ma non ci aspettiamo certo il Big One"

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Genova. Una doppia scossa di terremoto nel Piacentino tra ieri e oggi ha fatto sobbalzare molti liguri chiusi in casa per l’emergenza coronavirus, soprattutto nel Levante ma anche a Genova e nel Ponente. “Il sisma di questa mattina ha liberato una quantità di energia 30 volte maggiore rispetto a ieri sera, ed è stato relativamente superficiale”, precisa Stefano Solarino, ricercatore genovese dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia spiegando perché così tante persone lo hanno avvertito.

L’Ingv oggi (16 aprile) ha registrato una magnitudo di 4,2 con epicentro a Cerignale, a 10 chilometri da Gorreto e 12 chilometri dalla val d’Aveto, a una profondità di circa 3 chilometri. Un sisma vicino alla costa e anche alla superficie terrestre. Quello di ieri sera, localizzato a Ferriere sempre nella stessa area, aveva una magnitudo di 3,5 ed è stato avvertito soprattutto nel Tigullio.

“Storicamente parlando – continua Solarino – in quella zona abbiamo avuto altri terremoti di magnitudo comparabile ma non superiore. Al momento quindi non c’è motivo di credere che potranno arrivare scosse particolarmente più forti, ma questo non vuol dire che non se ne verificheranno e neanche che non ci sarà una serie di scosse. Al momento non possiamo fare altre considerazioni. Ma di certo non ci aspettiamo il big one“.

L’elevato numero di segnalazioni si spiega anche col fatto che molte più persone sono in casa rispetto alla normalità e sentono quindi più facilmente un movimento sismico. Al momento non si lamentano danni in Liguria, anche se la magnitudo 4,2 è compatibile con fenomeni come caduta di calcinacci e crepe nei muri. Ai vigili del fuoco del Tigullio, però, non risultano segnalazioni di questo tipo.

Secondo Solarino non si tratta in alcun modo di un fenomeno correlato ai terremoti che hanno sconvolto l’Emilia nel 2012: “Troppo distante”, spiega. L’Appennino Ligure-Emiliano è comunque una zona a elevato rischio sismico, classificata appena sotto le aree più pericolose (ad esempio il Friuli o l’Irpinia). “Tengo a sottolineare – conclude l’esperto genovese – che l’Ingv ha mantenuto la sua sala sismica di Roma nonostante l’emergenza coronavirus. È uno sforzo in più che stiamo facendo”.

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