Protesta

“+ tamponi, – droni”, a De Ferrari il 1 maggio femminista di Non una di meno a colpi di striscioni

E davanti ai presidi sanitari negli altri municipi. Alle 18 ruidazo globale. Un modo per essere in piazza anche rispettando le norme di distanziamento sociale

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Genova. Il collettivo femminista Non una di meno inviata per domani, 1 maggio, dalle 11 alle 17e30, tutti e tutte coloro che abitano nel municipio Centro Est a uscire di casa e portare davanti alla sede della Regione Liguria, in piazza De Ferrari, un cartello o uno striscione con alcune rivendicazioni “per trasformare la sanità pubblica in un vero bene comune”.

L’invito, che potete trovare su Facebook, è rivolto anche a chi abiti negli altri municipi: “Facciano altrettanto recandosi sotto il presidio sanitario più vicino a casa, sedi asl, consultori, oppure nei pressi di una fermata degli autobus o della metrò”.

Dopodiché scattare una foto o fare un video dell’azione, ricordare di portare un fazzoletto o un altro indumento fuxia – il colore simbolo di Non una di meno – e inviare tutto alla pagina fb di “Non Una di Meno Genova” oppure pubblicare sui propri social taggando “Non una di meno Genova”.

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Alle 18, poi, Ruidazo Globale. “Dai balconi e dai terrazzi manifestiamo rumorosamente con pentole, musica, canzoni, cori”. Sulla pagina Facebook di Non una di meno Genova anche esempi di slogan per cartelli e striscioni: “Curiamoci della sanità pubblica, mai più tagli e privatizzazioni!”; “Meno relazioni stabili, più sanità pubblica!”; “Aborto sicuro con RU486 nei consultori!”; “Aritmetica dei profitti: meno welfare più contagio /meno diritti e più contagi / più povertà e meno salute”; “+ assunzioni – privatizzazioni”, “+ tamponi – droni”.

Ed ecco le rivendicazioni del collettivo femminista:

In concreto vogliamo:
-assunzioni di tutte le figure necessarie sia negli ospedali che nel territorio.
-Tamponi e test sierologici gratuiti per tutte/tutti, in modo da consentire un efficace tracciamento dei contagi e delle persone potenzialmente infette.
-Investire nella SSN territoriale e di comunità (consultori, cure primarie, ambulatori)
-Interrompere ogni processo di chiusura, ridimensionamento e privatizzazione delle strutture sanitarie esistenti.
-Utilizzare le strutture private per le quarantene.
-Garantire ai medici di base gli strumenti di protezioni individuale e tutte le risorse per fare l’indispensabile lavoro di cura sul territorio.
-Trovare subito strutture per le donne che vivono situazioni di violenza domestica e che devono fare una quarantena prima di essere inserite nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza.
-Tutte le persone senza documenti devono poter accedere subito alle cure di base: trovare dunque una soluzione pratica immediata ed efficace.
-Soldi e assunzioni per i consultori e gli altri presidi territoriali (ASL)
-La deospedalizzazione della IVG: l’utilizzo della pillola abortiva nei consultori
-I presidi territoriali e gli ospedali devono essere rapidamente messi in condizione di riprendere la cura e l’assistenza di tutte le persone che hanno una patologia/problema non connesso al Covid-19.
-Ripensare il sistema delle residenze per anziani: abbandonare il mortifero modello ospizio (utile solo per i profitti dei privati) per costruirne uno basato su libertà, autonomia e mutuo sostegno.

Pretendiamo tutto questo a partire da ora perché non siamo disposte ad affrontare un nuovo lock down assumendo sulle nostre spalle tutto il peso della salute pubblica!

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