Genova. Non solo caffè e croissants da asporto ma anche aperitivi, panini e tutto ciò che i bar normalmente offrono ai loro clienti. La precisazione, dopo l’entrata in vigore dell’ordinanza della Regione Liguria che dà il via libera all’attività di asporto per i ristoratori liguri, arriva grazie a una circolare interpretativa dell’assessorato regionale al commercio. La specificazione era stata chiesta da Ascom su richiesta di numerosi ristoratori e proprietari di bar.
“Tutti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e le imprese artigiane del settore dolciario/alimentare possono vendere per asporto sia cibi che bevande in quanto, come peraltro specificato nelle premesse, lo stesso articolo 52 (Tipologia dell’attività) contenuto nel Capo VI (Somministrazione di alimenti e bevande) della L.R. n.1/2007 e s.m.i., al comma 3, stabilisce che :”Gli esercizi di cui al comma 1 hanno facoltà di vendere per asporto i prodotti che somministrano, senza necessità di ulteriori titoli abilitativi e nel rispetto dei limiti previsti dalle norme in materia igienico-sanitaria e di sicurezza alimentare.”
Da ieri mattina infatti a Genova e in tutta la Liguria timidamente hanno cominciato a riaprire le caffetterie, ovviamente esclusivamente con la formula take away e il divieto di consumo in loco, ma c’era qualche dubbio su altre categorie di alimenti.
Buone notizie anche chi ha ricominciato a lavorare in ufficio e potrà tornare a prendere il pratico tramezzino o panino al bar, ovviamente consumandolo altrove.
“Come Fipe Confcommercio – spiega Marina Porotto, presidente gruppo giovani Fipe Liguria – abbiamo richiesto subito una nota sull’asporto all’assessore che specificasse l’ordinanza della Regione Liguria, che avevamo chiesto già dal 16 aprile. L’asporto, se pur in minima parte, può rappresentare un piccolo sollievo per le imprese del settore della somministrazione che al momento hanno visto slittare ulteriormente l’apertura da parte del Governo”.
La situazione resta pesante: “Le difficoltà sono ancora moltissime – dice Porotto – e stiamo spingendo per avere contributi a fondo perduto e misure certe per riaprire le nostre aziende in sicurezza”.
Nella circolare esplicativa l’assessore Benveduti ricorda inoltre che “E’ indispensabile ricordare che tali esercizi, nello svolgere l’attività di vendita per asporto, devono garantire il rispetto delle misure previste dall’allegato 5 del D.P.C.M. 10 aprile 2020, e allo scopo di evitare assembramenti all’esterno, devono consentire nel locale la presenza di un cliente alla volta assicurando che permanga il tempo strettamente necessario alla consegna e al pagamento della merce. Qualora sia stato possibile procedere con la preventiva ordinazione on-line o telefonica, che si rammenta costituisce procedura meramente facoltativa, devono garantire che gli ingressi per il ritiro dei prodotti ordinati avvengano per appuntamenti dilazionati nel tempo”.