Scontro

Fase 2, Toti attacca Conte: “Nel decreto mancano troppe cose, inaccettabile decidere tutto a Roma”

Il governatore aveva anticipato il premier con un'ordinanza: "C'è ancora molto da chiarire e lavorare, spero nel confronto con le Regioni"

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Genova. “Troppe cose mancano ancora nel provvedimento del Governo e ancora una volta ci si ostina a voler decidere tutto da Roma, lasciando pochissimo spazio all’iniziativa degli enti territoriali che conoscono meglio di altri le esigenze di famiglie e imprese”. Così il presidente della Liguria Giovanni Toti boccia il decreto annunciato dal premier Giuseppe Conte che fissa limiti meno stringenti a partire dal 4 maggio anche se rimanda molte aperture alle prossime settimane, secondo una roadmap che potrà essere rivista in base all’andamento dei contagi.

“Nel provvedimento del Governo ancora si bloccano gli spostamenti, anche solo tra province, mentre nessuna data (neanche lontana) viene data per quelli tra regioni – critica Toti -. Non si capisce bene come e in che modalità si potranno andare a trovare genitori e figli ormai lontani da mesi. Per parrucchieri, estetisti e altri artigiani della cura per la persona, le date di riapertura sono spostate non prima di giugno. Per ristoranti, bar e turismo forse dopo la metà di maggio. E su tutto questo non è chiaro come le famiglie dovranno fare con i bambini e i ragazzi, tornando al lavoro e senza scuole aperte”.

Toti aveva già deciso di giocare d’anticipo con un’ordinanza, firmata prima della conferenza stampa di Conte, che a partire da oggi dà il via libera a una serie di attività: lo sport individuale (seppur all’interno del proprio comune o municipio di residenza), la pesca sottocosta, le uscite a cavallo, gli spostamenti interni alla regione per svolgere manutenzione su barche, orti e seconde case e alcune attività economiche con limitazioni (pasticcerie, ristoranti con take-away, toelettatura per cani, calzature per bambini).

“Insomma c’è ancora molto da chiarire e lavorare e spero che il Governo voglia confrontarsi davvero con le Regioni. Per ora rilevo che, al contrario, viene escluso ogni ruolo alle Regioni e trovo che sia inaccettabile, viste le scelte. Soprattutto sulle libertà fondamentali previste dalla Costituzione: la libertà di spostarsi sul territorio nazionale, la libertà di lavorare, la libertà di impresa, la libertà di ricevere una educazione, la libertà della cultura e la libertà di culto. Libertà fondamentali che si possono sospendere per un breve e dichiarato periodo di tempo, ma non all’infinito, rinviando di settimana in settimana. Il tutto mentre il resto dell’Europa riparte”, conclude Toti.

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