Cosa ci aspetta

Fase 2 su bus, treni e taxi: per spostarsi con i mezzi pubblici obbligatorie mascherine e tanta pazienza

Non si potrà viaggiare su mezzi affollati quindi prepariamoci a lunghe e ordinate attese in fermata. Sindacati: "Tpl da rafforzare, se i cittadini sceglieranno l'auto passeremo dalla crisi pandemica a quella climatica"

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Genova. Che si tratti di autobus, metropolitane e ascensore, oppure di treni, taxi e aerei gli imperativi saranno due: distanziamento sociale e igiene. Scritto così sembrerebbe semplice pensare al trasporto pubblico nella cosiddetta fase 2 dell’emergenza Coronavirus, ma proviamo a calare nella realtà il “numero contingentato” su una linea urbana ad alta frequentazione, oppure l’invito a viaggiare solo seduti senza toccare i supporti a bordo, o ancora a indossare obbligatoriamente mascherine, modificare i propri orari quotidiani, o attendere ordinatamente il proprio turno alla fermata del bus. Sullo sfondo una questione di primaria importanza: se come è immaginabile in molti preferiranno prendere auto e moto piuttosto che adeguarsi alle novità il rischio di ingorgo costante, ad esempio in una città come Genova, è molto alto.

I sindacati dei trasporti, Faisa Cisal, Filt Cgil, Uil Trasporti, Fit Cisl e Ugl Trasporti, hanno stilato una serie di punti imprescidibili per le aziende di trasporto e la politica affinché sia garantita la salute di lavoratori e cittadini ma anche la tenuta economica del servizio. Il punto chiave, anche se quello più difficilmente realizzabile a breve termine, è che “per garantire un adeguato distanziamento sarà necessario aumentare il numero dei mezzi e rivoluzionare gli orari produttivi” dice Edgardo Fano, segretario genovese della Faisa Cisal. Su questo sindacati e amministrazioni locali hanno già fatto presente al governo la necessità di fondi per il sostegno di aziende, come quelle di tpl, che devono fare i conti con un calo della bigliettazione e con un aumento dei costi. “Servono moltissime risorse” prosegue Fano “e servirà una forte sensibilizzazione dei passeggeri perché applichino il buon senso”. Inoltre i sindacati, ma anche le aziende, concordano sul fatto che per accedere ai servizi di trasporto sarà obbligatoria la mascherina (c’è chi parla anche dei guanti). “Le ipotesi sono al momento tutte valutazioni che servono per costruire un possibile scenario – precisa Andrea Gamba, Filt Cgil – tutte possono essere valide a due condizioni, che le regole siano chiare, e che siano esigibili”.

Il caso Amt. A Genova in queste settimane sono già scattate alcune norme: la densità di passeggeri viene controllata in tempo reale dagli autisti che in caso di sovraffollamento segnalano alla centrale il problema. Il sistema può intervenire nell’immediato, o quasi, potenziando la linea. Inoltre divieto di avvicinarsi alla cabina e divieto di salire o scendere dalle porte anteriori. Oggi, però, il servizio è utilizzato solo dal 15% degli utenti. Cosa succederà quando un maggior numero di cittadini tornerà a spostarsi in bus o metropolitana per andare al lavoro o per le proprie esigenze? “La prospettiva è quella di restare in fila in fermata – spiega Fano – si parla di creare dei percorsi per ordinare la coda sui marciapiedi”. Provate a immaginare tutto questo all’ora di punta, magari di un giorno di pioggia.

L’ora di punta. L’obbiettivo è far sì che l’ora di punta non esista più. Non sarà compito delle aziende stabilire quando dovranno aprire aziende e negozi, ma tra le misure della fase 2 si tenterà di diversificare gli orari della città. Esiste un software, in mano al Comune di Genova, che si chiama “matrice, origine, destinazione” e che, se aggiornato, potrebbe monitorare i flussi dei genovesi e provare a definire delle modifiche. Non sarà semplice, ma sarà necessario, e non solo per riorganizzare il trasporto pubblico ma anche per controllare quello privato che, come prevedibile, aumenterà in modo considerevole.

Treni. Un metro di distanza minimo tra i passeggeri, mascherine obbligatorie per salire a bordo, isolamento di persone con febbre, rinite o congiuntivite, limitazione massima dei contatti tra personale e utenti. Queste sono alcune delle indicazioni sulle quali Trenitalia e le altre aziende di trasporto stanno ragionando, in attesa dei decreti nazionali. Anche sui treni l’utenza è crollata, anche se meno che sugli autobus.

Taxi e aerei. Ancora bloccata dalla burocrazia l’installazione sulle auto bianche di schermi protettivi tra i sedili anteriori e posteriori. Non sarà possibile trasportare più di due passeggeri e anche in questo caso la mascherina sarà obbligatoria ma solo in assenza di plexiglass o di non garanzia del metro di distanza. Per chi tornerà a prendere presto un aereo si prepari a prezzi del biglietto più alti: sarà prevista un’alternanza di posti vuoti e occupati per mantenere le distanze e questo significa minore coefficiente di riempimento per il volo che, per non andare in perdita, costerà di più.

Sanificazione: è l’altra parola d’ordine. Dovrà essere approfondita e quotidiana su tutti i mezzi di trasporto. A Genova Amt ha già speso 500 mila euro circa dall’inizio dell’emergenza per tenere igienizzati i mezzi. Si calcola che nel momento in cui si passerà alla fase due, con più autobus in circolazione (oggi il servizio è attivo per un 65% in media) saranno anche di più gli autobus da sanificare.

Crisi pandemica e crisi climatica. I sindacati dei trasporti e i lavoratori del settore “hanno sottolineato da tempo l’importanza del trasporto pubblico per la vita urbana, per ricostruire la vita economica e sociale delle città dopo Covid-19 saranno necessari maggiori servizi di trasporto pubblico, lo stesso dovrà essere esteso e migliorato per far fronte all’ attuale crisi, senza dimenticare quella climatica”. Se tutti ci sposteremo in auto o in scooter l’inquinamento cittadino schizzerà su livelli preoccupanti.

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