Polverone

Coronavirus, via Sestri diventa un caso. Toti attacca: “Non ci siamo, comportamento da idioti”

Ennesima immagine online della via "affollata", ma perché quella strada è diventata un tormentone social? Cerchiamo di analizzare la situazione

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Genova. Una volta era la semplice via commerciale di una delegazione, quella dove i cittadini del Ponente per tradizione fanno “le vasche” senza dover andare fino alla centralissima via XX Settembre. Adesso si è trasformata in perfetta cartina tornasole della responsabilità (o irresponsabilità) dei genovesi di fronte all’emergenza coronavirus.

L’ennesima foto di via Sestri, un fermo immagine catturato stamattina da una troupe di Mediaset e condiviso prontamente su Facebook dalla giornalista Rosanna Piturru, infiamma il dibattito e infiamma ancora di più il governatore Giovanni Toti: “Così proprio non ci siamo. È un comportamento irresponsabile, da idioti“, scrive.

Per risalire all’inizio della saga bisogna andare allo scorso 13 marzo, a ridosso del primo weekend di lockdown, quando iniziano a circolare scatti della strada pedonale tutt’altro che deserta. Due di questi finiscono sulla pagina del presidente ligure che lancia l’accusa: “La vostra libertà finisce dove inizia la salute del prossimo e questa immagine di Sestri Ponente stamattina è inaccettabile“.

Sui social molti residenti gridano al fotomontaggio, sostengono addirittura che non si tratti di via Sestri, e postano immagini, realizzate però qualche ora dopo, in cui la strada appare vuota. Tocca alla consigliera comunale MariaJosè Bruccoleri, che lavora in una farmacia affacciata sulla stessa arteria, condividere il video di un’amica che toglie ogni dubbio: quella era proprio via Sestri e le foto non erano fake.

Nei giorni successivi i riflettori sono sempre puntati sulla “via Venti” sestrese. Il 19 marzo dimostriamo che la strada è deserta dopo il polverone di sei giorni prima.

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Il 24 marzo un altro scatto, opera di Fabio Bussalino de La Repubblica, ritrae di nuovo una “via Sestri affollata“. Si scatenano le ire del sindaco Bucci che annuncia provvedimenti.

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Il giorno dopo, 25 marzo, andiamo in diretta sul posto poco prima delle 11, l’ora tipica degli acquisti. Il video realizzato sul piano stradale, senza alcuna post-produzione, mostra una situazione chiara: ci sono diversi negozi aperti tra supermercati e farmacie, decine di persone sono regolarmente in coda per fare la spesa o prelevare i soldi al bancomat, qualcuno passeggia col cane.

Una pattuglia della polizia locale effettua controlli a campione e ogni tanto gira intorno a piazza Baracca con una voce registrata all’altoparlante che invita a rispettare i divieti. Nessun agente interviene per dissolvere assembramenti, che del resto non ci sono.

Il 26 marzo l’assessore alla sicurezza Stefano Garassino annuncia che il Comune ha deciso “di aggiungere ai normali pattugliamenti già in atto un presidio fisso con una seconda pattuglia in appoggio nelle ore di maggiore movimento delle persone nella strada dove sono aperti tanti negozi autorizzati. Questo per aiutare i cittadini a non formare, anche involontariamente, assembramenti”.

Ma allora cosa succede davvero in via Sestri? Le immagini diffuse online sono artefatte? Dipenderà forse dalle giornate o dagli orari? Noi non siamo lì tutti i giorni ma non ci sogniamo neppure di mettere in dubbio l’autenticità di fotografie e video registrati da stimati colleghi. Un paio di considerazioni, tuttavia, sono più che lecite.

Anzitutto è un dato di fatto che si tratti di una strada ricca di attività che rimangono aperte anche con la serrata totale per il coronavirus. È il cuore pulsante di un ex comune indipendente che conta oltre 40mila abitanti, l’arteria dove si concentra la maggior parte della vita commerciale “di quartiere”.

Per questo è inevitabile che molte persone si riversino tutte insieme in quello stretto corridoio pedonale, a orari prefissati per abitudine, per fare qualcosa che la legge consente, il più delle volte senza creare veri e propri assembramenti. Sui quali, comunque, dovrebbero intervenire le forze dell’ordine. La maggiore concentrazione, tra l’altro, si può notare di solito nella zona di piazza Baracca, dove c’è il passaggio di diverse linee bus che raggiungono le vie collinari oltre che la presenza di numerosi alimentari.

La seconda considerazione, ci permettiamo, è di tipo tecnico. Via Sestri è lunga all’incirca 600 metri. Non è tantissimo, ma neanche poco. Un’immagine ripresa in prospettiva, soprattutto se con lo zoom, tenderà inevitabilmente a “schiacciare” tutti gli elementi facendo perdere il senso delle distanze sulla linea perpendicolare agli occhi dello spettatore. Con questo non si vuole affermare che le foto pubblicate siano falsate o tendenziose. Ma l’effetto ottico gioca una parte importante nella percezione dell’affollamento.

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Fa rumore, comunque, la reazione veemente del governatore Toti: “Non vorrei che le piccole buone notizie di queste ore fossero fraintese: nei nostri ospedali si continua a morire. E ci sono medici, infermieri e sanitari che lavorano da settimane senza sosta, mettendo a rischio la propria salute. Prima di uscire e infrangere le regole guardatevi allo specchio e pensate a loro. Ho già chiesto al sindaco di Genova Bucci e agli altri sindaci liguri di fare controlli a tappeto e multe salate a tutti quelli che non rispettano le norme. Saremo inflessibili, ne va della salute di tutti”.

“Ci sono aree della città che devono essere gestite meglio, lo facciamo per migliorare la qualità di vita delle persone – ha aggiunto in serata il sindaco Marco Bucci -. La raccomandazione è: non uscire di casa. Uscite nelle ore in cui non escono gli altri. Lo dico soprattutto alle persone più anziane: state a casa. Lo so che sembriamo noiosi, ma questo è l’unico mezzo che abbiamo per limitare l’estensione del contagio nel minor tempo possibile”.

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