Genova. Al momento non ci sono prove scientifiche su una eventuale immunità acquisita da chi ha contratto e superato il coronavirus. A dirlo L’Organizzazione Mondiale della Sanità, che quindi frena su un eventuale “patentino dei guariti” pensato per organizzare l’attesa Fase 2.
Alcuni governi – scrive l’ Organizzazione in un suo documento pubblicato nelle scorse ore – hanno suggerito che trovare gli anticorpi al Sars-CoV-2 possa servire come base per una sorta di “passaporto di immunità”, potenziale base per permettere agli individui di viaggiare o di tornare al lavoro, presupponendo che di essere immuni ad un’eventuale ricaduta o seconda infezione.
Come è noto i test sierologici permettono di trovare, ove presenti, due tipologie di anticorpi, gli IgM e gli IgG, rispettivamente in ordine di comparsa nel sangue a seguito di un contatto con il virus. La solo presenza di questi anticorpi, però, non è determinante per capire l’avvenuta immunità, come ad esempio succede per altri virus, come l’Hiv.
Per arrivare a capire se un soggetto è realmente immune al Sars-Cov-2 bisogna effettuare un altro test, per verificare la presenza di determinati IgG che realmente impediscono al Covid-19 di penetrare nelle cellule. Ad oggi questo test non è previsto nei “sierologici” che si stanno facendo in molti paesi del mondo, tra cui anche l’Italia.
Secondo l’Oms questo “dettaglio” non è una novità, anche perchè da settimane la stessa organizzazione sta mettendo in guardia sulle eventuali ondate di ritorno: la certificazione di aver contratto e superato il virus, con o senza sintomi, non può essere ancora un via libera. Non per tutti.