Fase due

Coronavirus, Liguria verso la riapertura: una task force di esperti studia le regole anti contagio

Ipotesi fasce orarie differenziate per gli anziani nei supermercati. Toti: "Dobbiamo fare in fretta, servono risposte entro il 4 maggio"

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Genova. Per ora non si è parlato ufficialmente né di orari differenziati per gli anziani nei supermercati (anche se l’argomento è emerso in mattinata) né di mascherine obbligatorie. Ma l’obiettivo della task force di esperti presentata oggi dal presidente Giovanni Toti davanti a un’ottantina di persone in videoconferenza è chiaro: arrivare ad avere un protocollo operativo pronto da applicare entro il 4 maggio, quando inizierà in tutta Italia la “fase 2” dell’emergenza coronavirus, con delle norme in grado di adattarsi anche ai settori economici più specifici della Liguria, come il turismo balneare. E per farlo servirà anche individuare una serie di aziende su cui effettuare i primi esperimenti.

Alla riunione hanno partecipato gli assessori Viale e Cavo, la camera di commercio con il segretario generale Maurizio Caviglia, i professori Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino, e Filippo Ansaldi, responsabile prevenzione di Alisa, il commissario straordinario di Alisa Walter Locatelli, in videoconferenza con i rappresentanti di categorie economiche, sindacati, ordini professionali, autorità portuali e associazioni di categoria.

Sul tavolo ci sono numerosi argomenti: dai dispositivi di protezione al numero massimo di passeggeri sui mezzi pubblici, dalle distanze da osservare nei negozi agli orari di apertura estesi per evitare affollamento. “I punti su cui lavorare – aggiunge Toti – sono innanzitutto le regole per il contenimento dell’epidemia applicate alla vita sociale, che verranno elaborate dal nostro tavolo tecnico. Sarà necessario poi individuare delle aziende pilota che ci permettano di effettuare degli esperimenti (ad esempio sugli screening e sul mantenimento delle distanze), realtà produttive che ci permettano di testare queste linee guida”.

“Poi c’è il capitolo della necessaria formazione professionale: dobbiamo usare questo mese per formare lavoratori sui comportamenti da applicare nelle varie tipologie di occupazione e, infine, stiamo lavorando per rimodulare tutte le giacenze dei bandi Fse e Fesr per avviare dei bandi per sostenere le imprese nell’acquisto delle dotazioni e delle strumentazioni necessarie, sempre su basi scientifiche”.

“È necessario fare in fretta –  ammonisce Toti – questo confronto deve dare risposte entro il 4 maggio, perché è impensabile farci trovare impreparati e ritrovarci a inseguire. Ogni allargamento delle maglie, ogni maggiore quota di libertà devono essere controbilanciati da comportamenti sempre più virtuosi per contenere la diffusione del virus, e di conseguenza continuare ad assicurare come abbiamo sempre fatto le cure a tutti, senza mettere ulteriore pressione a un sistema sanitario che fin qui ha dato prova di grande capacità di adattamento e che ha retto un urto importante. È necessario quindi strutturare una serie di comportamenti e accorgimenti per contemperare tutte le esigenze e arrivare alla fase 2 assolutamente preparati, permettendo così di riaprire le attività economiche e dare ossigeno al Pil”.

A livello nazionale, gli orari differenziati d’ingresso e d’uscita per uffici pubblici, industrie e aziende sono una dell’ipotesi a cui starebbe lavorando il governo in vista della fase 2. L’ipotesi sarebbe strettamente collegata ad un altro dei nodi centrali sui quali starebbe lavorando anche la task force guidata da Vittorio Colao: la riorganizzazione dei trasporti pubblici. Prevedere ingressi e uscite ‘scaglionate’ consentirebbe infatti di alleggerire la pressione sui trasporti, che saranno comunque soggetti a regole.

La differenziazione per orari – ma anche regole più precise sulla sanificazione degli ambienti – dovrebbe diventare operativa per gli uffici pubblici alla ripartenza mentre per imprese ed industrie dovrà probabilmente esserci un aggiornamento del protocollo firmato dal governo con sindacati ed industrie. Su questo però, sempre secondo quanto si apprende, si starebbe già lavorando e sarebbe già stato chiesto ad alcune grandi imprese se sarebbero in grado di garantire una nuova organizzazione del lavoro e della produzione con la differenziazione degli orari.

“Se andiamo verso la riapertura – conclude Toti – dobbiamo prendere in considerazione tutti gli aspetti della vita, tutti i comportamenti che dovranno tenere conto delle nuove condizioni che si sono venute a creare. Nessuno ha ancora affrontato in modo coerente la grande quantità di comportamenti socioeconomici che dovremo mettere in pratica, sono necessari gruppi di lavoro divisi per settore, per dare indicazioni operative chiare”.

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