Genova. Sì alla passeggiata sotto casa per i bambini perché “tutti i minorenni sono vulnerabili e resi fragili dalla mancanza di socializzazione, e sono destinati a una vita in tono minore non potendo uscire di casa neppure per un momento”. Così il garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Liguria, Francesco Lalla, spezza una lancia in favore della contestata circolare del Viminale che ha fatto imbufalire decine di sindaci e governatori in tutta Italia.
“Abbiamo preso atto in modo del tutto favorevole della comunicazione circa la possibilità dell’accompagnamento dei minori all’aria aperta, per esempio per accompagnare un genitore a fare la spesa. I due aspetti di quest’azione sono stati presi in considerazione dal Governo”, rimarcano Lalla e il funzionario dell’ufficio Dario Arkel. “Siamo assolutamente favorevoli a questo spiraglio, che da più parti è stata peraltro sollecitato”.
Quindi una proposta al premier Conte: organizzare al più presto un intervento in televisione rivolto esclusivamente ai bambini. “Sarebbe opportuno –spiegano – un riferimento diretto indirizzato all’infanzia da parte del presidente in una dichiarazione televisiva affinché i bambini si sentano considerati e non ‘accidentali’ alle famiglie perché, in questa profonda e drammatica crisi, devono essere considerati parte rilevante della società italiana. Bisogna che le istituzioni si occupino di loro e corrano in loro aiuto”.
Ma il garante ligure lancia un appello anche alla Regione: “Quando l’epidemia avrà raggiunto un livello meno intenso, oltre a rendere possibile la fruizione di brevi momenti all’aperto auto-organizzati da bambini/ragazzi accompagnati da un familiare, si potrebbe destinare, per lo meno attraverso i Comuni maggiori della Liguria ed eventualmente sotto l’egida del garante regionale, una quota delle risorse sociali riservate ai minori per la costituzione di gruppi di operatori del terzo settore per assistere i bambini nei momenti di forzata solitudine domestica o di una rapida uscita da casa. Si tratta di un bisogno sociale che in questo modo potrebbe essere risolto responsabilmente, con tutti i crismi di attenzione e prudenza”.
Lalla e Arkel, infine, invitano ad una riflessione sul futuro di questi bambini: “Una volta passata l’emergenza, ma dandone notizia fin d’ora, si potrà avviare un ripensamento globale sul sistema scolastico che si ispiri ai diritti dei bambini in quanto tali, senza bisogno di considerarli o semplicemente “nominarli” studenti, alunni, allievi perché sono bambini con la loro fragilità, impegnati a esercitarsi con la creatività, l’immaginazione, la condivisione e, adesso come mai, con molte domande da porre”.