Così non va

Coronavirus, genovesi sempre meno rigorosi. Bucci: “Spostamenti a +20%, state a casa”

Intanto da questa sera inizia la distribuzione dei primi voucher spesa, 10 mila persone per ora non potranno beneficiarne perché non ci sono abbastanza soldi

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Genova. “Anche nella giornata di martedì abbiamo registrato un aumento degli spostamenti, in base alle celle telefoniche, pari al 20% rispetto al martedì precedente, non stiamo andando nella direzione giusta per uscire dal problema, faccio un appello a tutti, prima di uscire pensiamoci, corriamo il rischio di essere contagiati o di essere portatori sani e contagiare gli altri, bisogna restare a casa”, lo ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci oggi durante la consueta conferenza stampa in Regione. “Metteremo più agenti di polizia locale nelle strade, il nostro obbiettivo è convincere le persone a restare a casa”

Quando è passato quasi un mese dal vero e proprio lockdown il Comune di Genova, con i dati forniti dalle compagnie telefoniche, si trova a evidenziare che sono ancora troppi, e sempre di più, i cittadini che non stanno rispettando le indicazioni e che non stanno rimanendo a casa. Già lunedì l’aumento degli spostamenti era stato pari al 11% e del 5% nel weekend.

Intanto per soddisfare tutte le domande presentate per ottenere i buoni spesa al Comune di Genova, quelle valide, dopo una serie di verifiche degli uffici, hanno raggiunto quota 43.000, servirebbero altri 700 mila euro almeno, oltre ai 3 milioni del governo e ai 260 mila euro del conto corrente solidale attivato da Tursi. “Al momento siamo in grado di soddisfare circa 33 mila persone – ha detto Bucci – abbiamo stilato una graduatoria e la protezione civile sta già consegnando i primi voucher alle persone che non potevano uscire di casa, da domani inizierà la distribuzione su appuntamento nei 24 siti attivati nei vari quartieri cittadini”.

Il sindaco Bucci e l’amministrazione sperano di poter arrivare, con ulteriori fondi, a raggiungere una platea di aventi diritto più vasta. Delle 23 mila domande arrivate solo 18 mila sono state ritenute valide. La graduatoria di assegnazione ha visto dare più chances alle famiglie numerose, in base al numero di figli e disabili a carico, e di lasciare in fondo alla classifica chi già percepisce altri aiuti sotto forma di denaro pubblico.

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