Parlano i numeri

Coronavirus, ecco perché secondo il governo i casi in Liguria sono molti di più

I dati che la Liguria fornisce al ministero della Salute sono comunicati in modo diverso nei bollettini che quotidianamente la Regione diffonde in Liguria

Coronavirus, differenza casi tra Regione e ministero della Salute

Genova. Due linee: una un po’ più ripida, l’altra più dolce. Due linee: una contiene i dati pubblicati ogni giorno dal Dipartimento nazionale di protezione civile, l’altra i numeri comunicati quotidianamente dalla Regione Liguria.

La differenza salta agli occhi: con il passare del tempo le due “rappresentazioni della realtà” sono destinate ad allontanarsi sempre di più.

Eppure, ogni giorno, viene specificato che i numeri fanno parte del flusso Alisa-ministero della Salute. Per quale motivo allora questa discrepanza? La Regione ha deciso di diffondere, attraverso il bollettino quotidiano sul coronavirus, il numero di nuovi positivi depurato da morti e guariti della giornata. Andando a vedere i dataset pubblici diffusi sul sito della protezione civile (qui per desktop, qui per mobile) e sottraendo dai nuovi casi di ogni giorno i morti e i guariti quotidiani, si ottiene il dato dei nuovi positivi che viene comunicato dalla Regione.

Il grafico si aggiorna in automatico con i nuovi dati

Una scelta che, a giudicare da quelle due linee sul grafico, ha un effetto ben preciso: mitiga l’impatto del contagio da coronavirus sulla Liguria.

Analizzando i dati pubblici sul sito del ministero della Salute, salta all’occhio anche un altro aspetto. Da ieri è praticamente crollata la percentuale di tamponi positivi in fase di verifica per essere suddiviso a livello provinciale. Non è un caso, forse, che la Regione abbia cominciato a comunicarli proprio da ieri nel suo bollettino.

Prendendo i dati sino al 7 aprile in Lombardia erano il 2,19% del totale. In Veneto il 2,4%. In Liguria erano il 20,2%, da ieri sono l’1,2%. Confrontando il dato ligure con quello di una regione di popolazione simile, come le Marche, si nota che la regione del centro Italia aveva una percentuale del 2,3% sino al 7 aprile e del 2,4% ieri.

Restando in ambito tamponi, da qualche giorno la Regione ha iniziato a comunicare il numero complessivo di test effettuati. Sul sito della Protezione civile nazionale la cifra era già presente da tempo. Guardando il grafico (sull’asse y a sinistra la scala che si riferisce ai dati in giallo, sull’asse y a destra la scala che si riferisce ai dati della linea in blu) siamo ancora lontani dalla media dei 1500 tamponi giornalieri promessi da Toti.

Confrontando la percentuale di tamponi effettuati dalla Liguria con le altre regioni (abbiamo moltiplicato il numero di tamponi per 100 mila dividendo per la popolazione), si vede che la Liguria ha effettuato sinora 1130,3 test ogni 100 mila abitanti. La percentuale di positivi riscontrati è del 27,7%.

La Lombardia, per esempio, ha effettuato 1.665,5 test ogni 100 mila abitanti. La percentuale di positivi riscontrati è il 31,8%.
Andando a confrontare con altre regioni, l’Emilia Romagna ne ha fatti 1.757,5 con una percentuale del 23,2%. Per paragonare una regione di popolazione simile andiamo ancora ad analizzare le Marche: 1149,6 tamponi ogni 100 mila abitanti e 27,7% di casi positivi sul totale dei tamponi.

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