Genova. “Bisogna che il governo indichi al più presto delle linee guida nazionali per gestire la cosiddetta fase 2 anche sul fronte del trasporto pubblico, sia dal punto di vista finanziario sia da quello delle tutele della salute, non possiamo pensare che Amt a Genova si trovi d’amblée con il quadruplo dei bus a disposizione“. Così l’assessore ai Trasporti del Comune di Genova, Matteo Campora, durante la commissione consiliare avvenuta questa mattina in videoconferenza.
Sì perché, in sostanza, l’azienda di trasporto pubblico genovese Amt, per garantire il distanziamento sociale a bordo e al contempo un servizio efficace quando scatterà la cosiddetta “fase 2” dell’emergenza Coronavirus, ovvero quando i passeggeri torneranno a crescere, avrebbe bisogno di un numero di mezzi quattro volte superiore a quello attuale.
Quello del ritorno progressivo alla normalità è solo uno dei problemi che riguardano l’azienda di trasporto pubblico. “Il servizio al momento è ridotto del 40% ma la domanda media – ha spiegato l’amministratore unico di Amt Marco Beltrami – è calata dell’85%, naturalmente con differenze tra linee e fasce orarie, ma questo significa una grave mancanza dei ricavi da bigliettazione”.
Il 35% circa del bilancio di Amt, così come accade per la maggior parte delle aziende di trasporto pubblico, proviene dalla vendita di titoli di viaggio. L’azienda, dal 26 marzo, ha fatto scattare attraverso il fondo di solidarietà bilaterale una sorta di cassa integrazione, che va dal 20% al 60% del personale a seconda dei reparti.
“Attendiamo indicazioni governative anche per quanto riguarda eventuali indennità economiche”, aggiunge Beltrami. Ancora presto, infine, per ipotizzare rimborsi o prolungamenti della validità di abbonamenti mensili e annuali. “Questi temi – ha detto l’assessore Campora – saranno affrontati, semmai, dopo il passaggio della tempesta, è una richiesta legittima da parte dei cittadini ma che sarà affrontata solo quando arriveranno le risposte dal governo”.