Genova. “I numeri di oggi confermano un trend che vediamo da alcuni giorni. La situazione si sta alleggerendo: abbiamo sfiorato i 200 ricoverati in terapia intensiva, ora sono praticamente dimezzati”. Così il presidente Giovanni Toti commentava ieri sera i dati dell’ultimo bollettino regionale che parlava di sole 19 persone in più positive al coronavirus in Liguria rispetto al giorno prima. Una cifra che, in effetti, fa ben sperare e dice che siamo vicini alla fine dell’epidemia.
Se non fosse che, nell’aggiornamento quotidiano emesso dalla protezione civile nazionale, si legge un numero incredibilmente distante: 103 nuovi casi totali in Liguria in un solo giorno. E certo, c’è una bella differenza. Possibile che ci sia stato un errore di calcolo? Possibile che i dati del ministero e della Regione non corrispondano? Qualcuno vuole ingannarci?
In realtà combacia tutto (quasi) alla perfezione: si tratta semplicemente di due dati diversi. Lo avevamo già spiegato in questo articolo lo scorso 9 aprile, ma sui social la questione è tornata calda nelle ultime ore. E allora cerchiamo di fare ulteriore chiarezza.
Quella che la Regione Liguria fornisce ogni giorno nel proprio bollettino è la fotografia istantanea delle persone in vita positive al coronavirus note in quel preciso momento. Ad esempio ieri (16 aprile) queste persone erano 4.539, mentre il giorno precedente (15 aprile) erano 4.520, cioè 19 in meno. Tra le persone positive non vengono conteggiati i deceduti e i guariti “ufficiali”, cioè coloro che erano positivi e che sono risultati negativi a due tamponi consecutivi.
Perché, allora, la protezione civile ci ha comunicato che rispetto al giorno prima avevamo 103 nuovi casi? Perché nel bollettino nazionale non parliamo di persone positive ma di casi totali, cioè di tutte le persone che sono state dichiarate positive al coronavirus fin dall’inizio dell’emergenza, compresi coloro che adesso non lo sono più perché guariti oppure deceduti.

Infatti, se nell’ultimo bollettino della protezione civile prendiamo il dato complessivo dei casi totali in Liguria (6.039) e sottraiamo tutti i morti (828) e i guariti (1.774, ma questo numero comprende anche i pazienti dimessi che sono ancora positivi) otteniamo 3.437. Aggiungendo di nuovo i guariti “non ufficiali” arriviamo a 4.541, che differisce di sole due unità rispetto ai 4.539 dichiarati dalla Regione (probabilmente per una differente attribuzione di un paio di tamponi, ma si tratta di una discrepanza piuttosto irrilevante su larga scala).
La stessa verifica si può compiere sull’incremento giornaliero. Se ai 103 nuovi casi dichiarati dalla protezione civile – cioè le persone contagiate che non erano note fino al giorno prima – togliamo i nuovi deceduti (21) e i nuovi guariti “ufficiali” (63) otteniamo esattamente i 19 positivi “in più” che dichiara la Regione nella propria nota serale.
Ma allora, in definitiva, è vero che l’epidemia sta rallentando o no? Perché la Regione comunica un dato che induce ottimismo mentre la protezione civile nazionale ci fa vedere che i contagiati in realtà stanno crescendo con cifre ancora importanti? Lasciando un attimo da parte la riflessione sul numero di tamponi eseguiti (è ovvio che, se aumentano le persone sottoposte al test, aumenta il numero dei contagiati registrati, ed è ormai noto che la maggior parte dei positivi è asintomatica), guardiamo in breve questo grafico.
La linea gialla è costruita coi dati della protezione civile, la linea blu con quelli della Regione Liguria. Notiamo subito che la linea gialla continua a salire con un andamento quasi lineare, mentre quella blu sta iniziando ad appianarsi. Al momento non si vede ancora bene, ma il destino delle due curve – almeno secondo la teoria epidemiologica – è diametralmente opposto.
Quella gialla continuerà a salire finché non diventerà tendenzialmente piatta, perché rappresenta tutti i positivi registrati dall’inizio dell’epidemia senza distinzioni: quelli che non hanno mai avuto sintomi, quelli che hanno superato la malattia, quelli che purtroppo sono morti. Quella blu prima o poi scenderà e si avvicinerà allo zero, perché arriverà un momento in cui avremo pochissime persone ufficialmente positive: tutti gli altri saranno o morti o guariti (o positivi senza che nessuno lo sappia, e quindi esclusi da ogni tipo di rilevazione).
La strategia comunicativa della Regione Liguria, insomma, non si concentra sul bilancio totale (che si aggrava di ora in ora) ma sulla fotografia della situazione attuale (che va costantemente migliorando). È una scelta opinabile, anche perché crea un’inutile confusione ai cittadini, ma è anche quella che permette di comprendere meglio quanto pesi l’emergenza sul sistema sanitario locale in un preciso momento. Di fatto, coloro che muoiono o che guariscono non sono più persone da curare e perciò non sono più un problema. Per quanto cinica possa essere questa riflessione.