Genova. Sono tornati al lavoro a tempo pieno i corrieri genovesi. Come in tutta Italia se le consegne per le aziende sono estremamente ridotte a causa delle chiusure i privati hanno invece incrementato gli acquisti per sopperire all’assenza dei negozi colmando così il lavoro mancante.
Se alcune aziende hanno attivato la cassa integrazione a rotazione come nel caso di Tnt e Gls, il lavoro e l’occupazione reggono e le regole ci sono (per esempio non si firma più il palmare come avveniva prima dell’emergenza né si effettuano consegne al piano) in alcuni casi i lavoratori sono sommersi letteralmente dai pacchi. “E’ il caso di Amazon – racconta Marco Gallo, Filt Cgil – che sta registrando picchi di ordini come fosse Natale. Nelle ultime 12 settimane a Genova sono state anche fatte una dozzina di assunzioni a tempo determinato e i driver hanno moltissime consegne”.
A fare principalmente le consegne a Genova per il colosso americano la ditta BS per la quale nella nostra città operano già un centinaio di driver.
Di fatto la gran parte di queste consegne riguarda prodotti non esattamente di prima necessità: “Dai capi di abbigliamento alle posate – racconta ancora Gallo – un lavoratore mi raccontato di aver consegnato un set di tazzine tazzine e subito dopo una piscina gonfiabile. Il tema resta quello della sicurezza dei lavoratori: anche se ora i dpi ci sono, ha senso mettere a un rischio un lavoratore per beni che possono essere senza dubbio acquistati in un altro momento?”.