Genova. Almeno non è più un problema di debiti, ma i dubbi di Tursi sul futuro dello stadio Ferraris non sono ancora risolti. A strigliare Genoa e Sampdoria, dopo l’intervento del sindaco Bucci a gennaio, è l’assessore Pietro Piciocchi in consiglio comunale: “La scelta di estendere la concessione alle società per 90 anni è subordinato alla presentazione di un progetto che deve avere caratteristiche di affidabilità. E oggi siamo lontani da questo“.
Dopo aver provato inutilmente a vendere l’impianto sportivo di Marassi, la strada sembrava segnata: mantenere la proprietà in mano al Comune e affidare la gestione a un consorzio partecipato in eguale misura dai club rossoblucerchiati – la Stadio Ferraris srl – con la promessa però di cambiare registro: da un lato un solido piano di investimenti per fare del Ferraris uno stadio moderno, dall’altra una manutenzione ordinaria che assicurasse ai tifosi un servizio almeno dignitoso.
“Abbiamo ereditato una situazione fuori controllo – ha ribadito Piciocchi rispondendo all’interrogazione del consigliere Ceraudo del M5s -. C’era un debito da parte delle società di oltre un milione di euro per il periodo dal 1° aprile 2014 al 31 ottobre 2016. È stato fatto un piano di rientro che è stato rispettato, perché ad oggi l’esposizione è di 50.262 euro”.
A innervosire la giunta comunale è soprattutto lo stato in cui versa oggi il Ferraris. Nonostante un primo lotto di lavori completato, con nuovi spazi in tribuna, gli Skybox e la vip-lounge, per i tifosi che frequentano gradinate e distinti è cambiato ben poco. “La manutenzione straordinaria è insufficiente e la situazione non è più sostenibile – ha tuonato Piciocchi in sala rossa – e più volte, soprattutto per quanto riguarda i servizi igienici, abbiamo sollecitato le società a intervenire”.
Stanti così le cose, insomma, la strada da seguire per i prossimi anni non è affatto scontata: “Da tempo l’amministrazione ha ricevuto una importante proposta di riqualificazione da 35 milioni di euro da realizzare e autorizzare attraverso il percorso della legge stadi. Poiché la prima fattibilità era assolutamente inadeguata, visto che non presentava i requisiti minimi, abbiamo chiesto mesi fa integrazioni documentali per capire se volessero fare sul serio o no. Ad oggi queste integrazioni non sono pervenute nonostante le stiamo sollecitando”, conclude l’assessore.