Genova. In caso di mancanza di posti letto, si dovrà scegliere “chi salvare”, e la priorità sarà data in base alla speranza di vita del paziente, per tutelare le risorse rimaste.
Questo è quanto emerge dal codice etico pubblicato in questi giorni dalla Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva, per far fronte ad una eventuale, e forse probabile, penuria di posti letto del sistema sanitario nazionale, oramai praticamente alla saturazione.
L’elenco dei quindici suggerimenti destinati al personale medico “in prima linea”, è finalizzato a supportare moralmente e scientificamente gli operatori in una fase particolarmente delicata, sgravandoli eventualmente da dilemmi che possono essere insormontabili: “Come SIAARTI crediamo sia importante ed essenziale in un momento così drammatico come quello che stiamo attraversando a causa del Covid-19, offrire un supporto professionale e scientifico autorevole a chi è costretto dagli eventi quotidiani a prendere decisioni a volte difficili e dolorose”.
In questo documento, stilato in 15 punti, si privilegia la “maggior speranza di vita”, cioè la possibilità di non dover seguire un criterio di accesso alle cure intensive in base a scansione temporale dei ricoveri. In altre parole tra due pazienti di fronte ad un solo posto di terapia intensiva disponibile si darà la priorità non a chi “è arrivato prima” ma a chi tra questi potrebbe avere più vita davanti da vivere, in base ad età ed eventuale presenza di altri patologie.
“Abbiamo voluto nelle raccomandazioni sottolineare che l’applicazione di criteri di razionamento è giustificabile soltanto dopo che da parte di tutti i soggetti coinvolti sono stati compiuti tutti gli sforzi possibili per aumentare la disponibilità di risorse erogabili – si spiega nel comunicato di presentazione del documento – e dopo che è stata valutata ogni possibilità di trasferimento dei pazienti verso centri di cura con maggiore disponibilità di risorse”.
Questo principio non è nuovo per quanto riguarda le situazioni di estrema urgenza: il criterio è ad esempio utilizzato in caso di soccorsi in luoghi di tragedie, dove il tempo impiegato a soccorrere una persona automaticamente sottrae la possibilità di salvare altri soggetti. Succede per esempio in caso di incidenti stradali con più persone coinvolte, dove il primo passaggio è appunto quello di fare un rapido check dello scenario, cercando di capire la reale possibilità di sopravvivenza dei soggetti coinvolti, vagliandone età, entità del danno, risorse (anche di tempo) disponibili e necessarie per l’eventuale soccorso. Scelte che possono essere atroci anche per chi le compie, ma che rispondono al più alto principio del minor danno per la sopravvivenza della specie.