Genova. Lo stallo nelle trattative tra Pd e M5s (che potrebbe sbloccarsi proprio nelle prossime ore) e l’emergenza Coronavirus che ha messo in ombra qualsiasi altro tema sul piatto: un mix congiunturale che ha portato la campagna elettorale a una sorta di ibernazione e che vede sostanzialmente invariate le tendenze di scelta in vista delle prossime elezioni regionali liguri.
Nell’appena concluso mese di febbraio, secondo il Super Indice regionale ©, una proiezione statistica realizzata dall’agenzia Opimedia in esclusiva per Genova24, il centrodestra resta ancora nettamente in vantaggio (51%) sia rispetto al centrosinistra, il cosiddetto campo progressista (39%) sia rispetto a un eventuale alleanza centrosinistra + M5s (46%), che perdono altri 2 punti percentuali e arrivano a un 7% delle preferenze.
Per quanto riguarda, appunto, i singoli partiti, i pentastellati vengono superati sia da Fratelli D’Italia sia da Cambiamo!, entrambi al 9%. La Lega si conferma il partito potenzialmente più votato con una proiezione al 26%, ma il Partito Democratico resta alle calcagna con il 25% di possibili preferenze. Un testa a testa che riflette perfettamente la situazione del mese scorso.
Tra i partiti del centro destra anche Liguria Popolare che conferma il 3%. I renziani di Italia Viva fermi al consueto 4%, come stabili sui dati del mese precedente anche i Verdi (2%) e +Europa (2%). Pure Azione di Carlo Calenda, secondo il Super Indice, vale un 2%.
“Da valutare nel centro sinistra l’assenza, al momento, del candidato alla presidenza della Regione, indicazione quella del candidato presidente, in grado di apportare consenso aggiuntivo o perdita di voti. Negli ultimi anni la scelta dei candidati alla elezioni regionali ha determinato spostamenti crescenti”, analizzano gli esperti di Opimedia.
“Se 10 anni fa, un buono o cattivo candidato poteva determinare uno spostamento rispetto ai partiti che lo appoggiavano del +-2%, oggi un buono (o pessimo) candidato può causare spostamenti anche del -+6% con dati che sono arrivati in casi eccezionali vicini al +-10% – continuano dall’agenzia che elabora il Super Indice regionale © – ciò indica, a fronte di un indebolimento dei partiti, una tendenza dell’elettorato a dare grande importanza alla figura dei colui che si candidata a guidare la Regione, aspetto quest’ultimo di importanza crescente o addirittura decisivo per l’esito elettorale finale”.
Che cos’è il SIR (Super Indice regionale ©). Si tratta di un modello statistico elaborato su base regionale da Opimedia. Il dato finale è il risultato prodotto da modelli matematici appositamente creati, che combinano i dati storici su base locale con gli indici ricavati da tutti i sondaggi elettorali degli ultimi 15 giorni. Dalla combinazione e l’elaborazione dei dati, si ottiene una stima attuale delle forze in campo.
Il SIR (“Super Indice Regionale”©) fornisce dunque, l’andamento del consenso dei principali partiti e delle coalizioni nella regione di riferimento.
Il SIR non è un sondaggio inteso come rilevazione opinionale ma è una proiezione statistica. Il vantaggio di tale tecnica è di potere disporre di una mole elevatissima di dati consolidati e di indici che inglobano numerose ricerche opinionali. Per questo, non trovate in calce a questo articolo la classica scheda informativa proprie delle ricerche dei sondaggio d’opinione, con il numero degli intervistati, i dati e le tecniche di rilevamento.