Genova. “Sciacalli, la salute non si paga, espropriare tutta la sanità privata”, questo il messaggio scritto sul volantino che questa notte è stato affisso sui muri del Laboratorio Albaro, una delle cliniche private in cui sono stati attivati i test sierologici a pagamento.
Il messaggio arriva dall’area degli autonomi genovesi, che hanno deciso di non firmare con sigle specifiche perché “questo è un sentimento che appartiene a molti cittadini, non è solo nostro”: questo passaggio in qualche si modo si lega con la campagna iniziata in questi giorni sui social dal titolo “Andrà tutto bene se…”, finalizzata ad “evidenziare le responsabilità politiche e di un sistema produttivo ed economico che hanno contribuito a farci vivere questa situazione distopica”.
“Non scordiamoci di chi negli ultimi dieci anni ha tagliato 37 miliardi alla sanità pubblica – si legge nel messaggio di lancio della campagna – di chi sta continuando ad anteporre il profitto alla salute dei lavoratori e delle lavoratrici, di chi sta continuando a far lavorare le persone senza le dovute protezioni, di chi anche in questa situazione di emergenza continua a sciacallare per racimolare qualche voto”.
Al centro dell’azione di questa notte la clinica dove è stato attivato il “test sierologico”, un metodo già usato per altre malattie infettive che permette di capire se un paziente abbia sviluppato gli anticorpi specifici per un certo patogeno. Da alcuni giorni i kit di rilevazione sono disponibili anche per il coronavirus e da oggi in Liguria i cittadini possono farlo privatamente. Ma i costi sono tutt’altro che popolari. Uniche eccezioni per ora gli operatori delle strutture sanitarie, i pazienti ricoverati e gli ospiti delle rsa: Alisa ha pubblicato un bando in scadenza il 25 marzo rivolto a laboratori che possono eseguire le analisi.
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