La vertenza

Itas Mutua, presidio dei lavoratori contro i trasferimenti: “Smart working e nuova sede per contenere i costi”

In cento dovrebbero lasciare Genova per Trento o Milano dove l'azienda vorrebbe centralizzare

Genova. Sono circa 100 su 180 i lavoratori del polo genovese di Itas Mutua che l’azienda vuole trasferire a Trento e a Milano in base al piano di ristrutturazione presentato ai sindacati in cui la sede di piazza Piccapietra sarebbe pesantemente ridimensionata.

Questa mattina i lavoratori sono scesi in piazza con un presidio in largo Pertini mentre una delegazione ha incontrato i capigruppo in consiglio comunale a Tursi. “Prevediamo che il piano di ristrutturazione che ci ha presentato l’azienda e che è arrivato come una notizia inaspettata sia solo l’inizio di una chiusura totale” spiega Andrea Bonino, segretario Fisac Cgil.

Il ridimensionamento della sede genovese viene motivato con presunti costi insostenibili e la necessità di un efficientamento. Entrambe le motivazioni sono però contestate dai sindacati: “Di fatto oggi lo smart working ha dimostrato con l’emergenza coronavirus che soprattutto nel comparto assicurazioni le lavorazioni non hanno subito nessun calo e le crisi aziendali ha dimostrato che l’efficientamento non passa dalla presenza fisica, mentre con lo smart woorking i costi possono essere enormemente contenuti” aggiunge William Zito della Uilca Uil Liguria.

Anche per quanto riguarda i costi della sede di piazza Piccapietra una soluzione ci sarebbe: “Il sindaco Marco Bucci ci ha detto di essere in grado di trovare una sede meno costosa di quella attuale – dice Rosanna Leoncini, segretario First Cisl Liguria – e proprio al sindaco e all’assessore regionale Andrea Benveduti abbiamo chiesto un intervento politico perché Genova non può permettersi di perdere altri posti di lavoro”.

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