Genova. Ormai dieci giorni fa, quando un gruppo dello shipping aveva consegnato in piazza De Ferrari a Regione Liguria un carico di mascherine, sembrava che l’indomani, o al massimo un paio di giorni più tardi, sarebbero dovute arrivare tutte le altre. L’amministrazione regionale, per fare fronte ai ritardi negli invii dei dispositivi di protezione individuale da parte del governo, aveva deciso di acquistare da aziende cinesi 4 milioni di mascherine e queste erano attese in breve tempo. Il tempo del viaggio.
Non è stato così, e quell’aereo da Pechino a Malpensa, forse – forse – arriverà tra oggi e domani. Il punto è che è in atto una vera e propria guerra e i carichi di mascherine vengono requisiti, bloccati, dirottati dai vari Paesi, che se le stanno contenendo, tra uno scalo e un magazzino aeroportuale. Un bel problema perché nel frattempo gli ospedali e le case di cura stanno procedendo con soluzioni di fortuna e con le donazioni che, però, non costituiscono una soluzione strutturale.
“Alla Fiera del mare – ha detto ieri sera l’assessore regionale alla protezione civile Giacomo Giampedrone – abbiamo scaricato 60.000 mascherine chirurgiche e ffp2 arrivate all’aeroporto di Torino Caselle, domani a Malpensa arriveranno i primi carichi dalla Cina per Regione Liguria. Forse abbiamo passato il momento più difficile da questo punto di vista: arriveranno i dispositivi acquistati da Regione Liguria per rimettere in linea la sanità ligure e proseguire con le distribuzioni per i servizi pubblici essenziali”.