Genova. “Governo e Mittal volevano entrambi uscire dalla causa legale e questo era il loro principale interesse, mentre del futuro dell’industria e dei lavoratori coinvolti gli interessa poco o niente”. E’ il commento del segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro a proposito del pre-accordo firmato oggi da commissari e Mittal sul futuro degli stabilimenti ex Ilva.
Il documento prevede una produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio, un piano industriale sino al 2025, il rifacimento dell’altoforno 5, un forno elettrico, l’utilizzo del preridotto di ferro e di nuove tecnologie a minore impatto ambientale. Riguardo i lavoratori saranno a regime 10.700 ma entro il 31 maggio si dovranno definire soluzioni – anche con i sindacati – per «strumenti di sostegno, compresa la cassa integrazione guadagni straordinaria, per un numero di dipendenti da determinare”. Ancora, se Mittal volesse fare marcia indietro e disimpegnarsi rispetto al contratto di affitto modificato, è prevista una penale di 500 milioni.
“Mittal si è garantita le condizioni del suo abbandono della ex Ilva e il Governo, dietro fumosi piani industriali green, prende tempo per superare le prossime scadenze elettorali locali e fare propaganda sul futuro” aggiunge il segretario della Fiom per il quale “il fatto che a maggio il sindacato dovrebbe firmare su migliaia di cassa integrati accettando nei fatti migliaia di esuberi è la polpetta avvelenata che vogliono propinare ai lavoratori”.
“Non siamo disponibili a questo loro gioco e difenderemo la piena occupazione respingendo qualsiasi idea di cassa integrazione – aggiunge Manganaro – se necessario lotteremo perché il veleno firmato oggi a Milano non contagi i lavoratori”.