Genova. Ciò che molte famiglie temevano si è avverato: scuole chiuse per la seconda settimana consecutiva in tutta la Liguria. “Per il Governo avremmo potuto riaprire lunedì – spiega il governatore Giovanni Toti in conferenza stampa a fine giornata -. Questa è una precauzione in più che ci sentiamo di prendere, ma non credo potrà essere allungata oltre domenica, altrimenti si andrebbe incontro a effetti controproducenti per gli studenti. In carenza di limitazioni di carattere nazionale, direi che questa sarà l’ultima proroga, salvo agire per cambiare le cose se cambiasse il quadro che abbiamo di fronte”.
Il decreto emanato domenica, come ricorda lo stesso presidente, diceva un’altra cosa: che le scuole avrebbero potuto riaprire ieri eccetto la provincia di Savona dove c’è un cluster di contagio “non indifferente”, come hanno detto i tecnici di Alisa. La Regione, però, aveva concesso due giorni per adeguarsi alle disposizioni del ministero della salute che prescrive gel disinfettanti nei locali pubblici, classi comprese. Misure, tra l’altro, che erano già contenute in una direttiva ministeriale del 26 febbraio, sostanzialmente ignorata dagli istituti.
A poche ore dalla riapertura prevista sulla carta, ecco la nuova ordinanza che dice stop all’attività didattica fino a domenica. “Mi scuso se tutte le volte prendiamo decisioni just in time, ma credo sarà un’abitudine in questa fase“, dice Toti. “La maggioranza delle scuole non è rifornita per quando riguarda gli igienizzanti prescritti dal ministero della salute. Questo è il quadro che ci è stato fornito in questo momento. Tutti gli istituti si sono attivati per avere le forniture di prodotti per la pulizia”, ha spiegato l’assessore alla formazione della Regione Liguria, Ilaria Cavo, confermando le testimonianze che abbiamo raccolto ieri tra i presidi genovesi.
Per il presidente Toti si tratta però di una “banalizzazione”. La ragione principale, ufficialmente, è “il fatto che l’interscambio di studenti tra le zone di seconda fascia e le realtà limitrofe, cioè il genovesato, l’imperiese e addirittura il Piemonte, è piuttosto elevato. Questo avrebbe comportato disparità di trattamento e rischi, mentre il contenimento del cluster di Savona sta procedendo in modo soddisfacente”. In altre parole, limitare gli spostamenti per evitare di propagare il contagio in una situazione che ha visto ben quattro alberghi nel Savonese (due ad Alassio, uno a Laigueglia e uno a Finale Ligure) messi in quarantena e poi sgomberati dai turisti.
A questo si aggiungono ragioni di “omogeneità col Piemonte che ha preso la stessa decisione nelle scorse ore”, continua Toti. Ma anche, per l’appunto, la volontà di “lasciare altri quattro-cinque giorni per adeguare le dotazioni e consentire alle scuole di adempiere alle direttive del ministero. Qualche giorno in più ci lascia più tranquilli”.