Genova. “Apprezzo l’intento di far capire agli italiani che c’è bisogno di comportamenti rigorosi, ma la confusione che il Dpcm porta con sé è altissima“. Così il presidente ligure Giovanni Toti sull’ultimo decreto coronavirus varato dal governo Conte che chiude la Lombardia e 14 province italiane. Un provvedimento che, dice il governatore ligure, “lascia molte aree aperte e per molti aspetti andrà chiarito nelle prossime settimane”.
Manca ad esempio chiarezza sul tema dei controlli: cosa succede nelle zone di confine tra la Liguria e le province oggetto delle restrizioni (Asti, Alessandra, Parma e Piacenza)? Ci saranno posti di blocco per verificare le motivazioni degli spostamenti? “Il governo – ha detto Toti dopo una serie di riunioni fiume pomeridiane coi colleghi delle altre Regioni, il commissario Borrelli e i ministri Boccia e Speranza – ha spiegato che sono norme comportamentali che nella maggior parte dei casi non prevedono controlli né sanzioni. Per chiudere tutta la Lombardia e buona parte del Veneto e delle Marche servirebbe l’intero esercito italiano. È evidente a tutti che c’è qualcosa che non funziona”.
Toti si chiama fuori dalle polemiche, ma non risparmia un attacco frontale al Partito Democratico che “si picca di dare consigli su come scrivere ordinanze in questa regione, mentre sarebbe più utile che desse qualche suggerimento al proprio governo quando scrive decreti che risultano inattuabili per quasi tutte le regioni“.