Genova. “Aumenteremo i tamponi a dismisura nella nostra regione, e faremo i test sierologici, ma è bene sapere che serviranno ai nostri medici, ai nostri infermieri ed epidemiologi per sapere di quante terapie intensive avremo bisogno di qui alle prossime settimane”. Lo ha detto il presidente ligure Giovanni Toti sui social per rispondere alle centinaia di domande in arrivo sull’utilizzo dei test.
“A questo servono i tamponi – ha spiegato il governatore – a tarare il sistema sanitario per curare chi va in difficoltà e sapere quanto è diffuso il virus nella nostra realtà territoriale e quanti stanno sviluppando gli anticorpi. I tamponi non servono alla singola persona per stare meglio, perché il tampone può risultare negativo in questo momento e domani potrebbe essere positivo. Serve invece stare a casa, non avvicinarsi agli altri, non stringere la mano, lavarsi le mani, cercare di prendere tutti gli accorgimenti utili”.
“Faremo i tamponi soprattutto al personale sanitario perché è il più esposto e serve alla nostra sanità per programmare i suoi bisogni e per gestire il personale – ha proseguito – Aumenteremo i tamponi anche a campione sulla popolazione, ma bisogna sapere che non potranno dare quelle risposte in termini di salute del singolo soggetto. Anche se arrivassimo a fare 10.000 test al giorno questi non chiariranno se una persona che oggi risulta negativa lo sarà anche tra tre giorni o una settimana. Con il rischio che sentendosi sana, potrebbe anche infettare altre persone, magari adottando comportamenti non giusti”.
“Ci stiamo attrezzando anche per i test sierologici, mettendo sotto contratto i laboratori privati che inizieranno a farli, attraverso un prelievo di sangue e guardando se c’è l’anticorpo, cioè se quella persona ha avuto il coronavirus, anche in forma lieve. A quel punto sapremo che quella persona ha avuto un contatto con la molecola del virus, il suo organismo ha reagito facendolo guarire, ma questo test non ci dice se la persona può essere ancora contagiosa per gli altri e non ci dice nemmeno se la stessa persona può essere immune. In quanto potrebbe essere ancora infettivo”, ha concluso il presidente.