Roma. “Non ci sarà più una zona rossa, non ci sarà più zona uno e zona due, ma un’Italia zona protetta. Saranno da evitare gli spostamenti salvo tre ragioni: comprovate questioni di lavoro, casi di necessità e motivi di salute”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte annunciando la firma di un nuovo decreto ancora più stringente. Scuole e università chiuse fino al 3 aprile. In aggiunta ci sarà anche un divieto di assembramento all’aperto o in locali aperti al pubblico.
Anche a Genova e in Liguria, dunque, sarà sostanzialmente vietato spostarsi se non per ragioni di lavoro o assoluta necessità. Il decreto entra in vigore domani mattina, 10 marzo. Vale sempre il meccanismo dell’autocertificazione per dimostrare in occasione di eventuali controlli la ragione dello spostamento. Chi dichiara il falso, ha ricordato Conte, va incontro a conseguenze penali.
“I numeri ci stanno dicendo che abbiamo una crescita importanti dei contagi e delle persone decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate ora, dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia e dei nostri cari, lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo subito se collaboreremo e ci adatteremo subito a queste norme più stringenti”, ha detto Conte. Il nuovo decreto, ha aggiunto, si riassume con le parole “Io resto a casa“.
Le misure valide finora per le zone “rosse” della Lombardia e del Nord Italia sono ora estese a tutto il Paese. Chi ha febbre a 37,5% e sintomi da infezione respiratoria deve stare a casa e contattare il medico curante, limitando il più possibile i contatti sociali. Chi è in quarantena ha il divieto assoluto di uscire di casa: in caso di violazione si rischia anche il carcere.
Sospeso il campionato di calcio. Chiuse le palestre, le piscine e tutti i centri ricreativi. Stop a tutte le manifestazioni e gli eventi, comprese le celebrazioni religiose. Chiusi i musei e tutti i luoghi della cultura. I bar potranno tenere aperto fino alle 18 e dovranno garantire il rispetto della distanza minima di un metro tra le persone. Rimangono chiuse discoteche, pub, sale giochi e assimilati. Nei giorni festivi stop a supermercati e centri commerciali.
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