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Coronavirus, Remdesivir bloccato dalla burocrazia. Bassetti: “In Italia bisogna sempre complicare le cose”

Ora per l'utilizzo del farmaco sperimentale è necessaria non solo l'autorizzazione del comitato etico ospedaliero ma anche di Aifa e Spallanzani

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Genova. Dal 17 marzo è ancor più difficile utilizzare il farmaco Remdesivir, una delle terapie che finora hanno permesso di osservare qualche effetto positivo sul trattamento del Coronavirus. Nel decreto del 17 marzo, il “cura Italia”, è stata infatti inserita una norma che prevede che l’autorizzazione all’utilizzo del farmaco sperimentale, studiato per curare l’Ebola, non sia sufficiente il parere del comitato etico dell’ospedale in questione ma anche l’ok dell’istituto Spallanzani di Roma e dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco.

“Noi vogliamo continuare ad utilizzare Remdesivir e altri farmaci senza dover attendere altro tempo. Già i tempi sono lunghi per tutte le procedure, ora con il nuovo decreto si deve attendere un nuovo passaggio burocratico. Mi pare assurdo. Ma perché in Italia riusciamo sempre a complicare le cose?”, scrive Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale policlinco San Martino e che stava già utilizzando il Remdesivir su un paio di pazienti (attendendo altri quantitativi di farmaco per altri due).

“E’ una complicazione che si sarebbe potuta evitare – ha affermato l’assessore regionale alla Sanità Sonia Viale durante il punto stampa in Regione – ci stiamo già rivolgendo al governo per avere una soluzione, al momento manca anche la circolare attuativa e quindi anche i percorsi per richiedere i permessi ad Aifa e Spallanzani”.

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