Genova. Un patrimonio composto da centinaia di volumi, antiche mappe, atlanti, fotografie, tutti digitalizzati e fruibili da tutti. Questo è il regalo che l’Unesco ha fatto all’umanità, in questi giorni difficili, con milioni di persone isolate e chiuse in casa. Per chi ha una casa, intendiamoci.
La Biblioteca ha scelto di dare libero accesso al suo patrimonio. Un’occasione unica per scoprire e riscoprire i dettagli di un passato spesso dimenticato, come anche i tesori letterari che hanno contribuito a fare la storia dell’umanità tutta. Con particolare attenzione a manoscritti, lettere, libri rari, film e illustrazioni provenienti anche dall’emisfero orientale.
Ed allora, con un po’ di pazienza, possiamo trovare anche tracce della gloriosa storia della nostra città anche nei solchi di chi la visitù, la descrisse, la studiò e la sogno: imperdibile il panorama del 1553 della città, in una vista dettagliattissima dal ponte di Cornigliano fino a i campi di Albaro. Oppure una rara stampa fotocromatica della chiesa dell’Annunziata risalente al 1905, dove la chiesa “la più bella della città” si presentava in tutto il suo splendore, prima delle devastazioni belliche. Ma non solo: gli atlanti del cartografo genovese Battista Agnese, considerato uno dei più grandi del sedicesimo secolo, ma quasi sconosciuto ai più.
Queste sono le principali “chicche” che ci faranno a niatre de Zena faranno luccicare gli occhi, ma non fermiamoci al campanile: sul portale si possono trovare oltre 19 mila documenti da oltre 193 paesi, con reperti digitalizzati dall’ 8000 ac fino ai giorni nostri. In questi giorni tempo ne abbiamo, facciamo rendere.