Quale casa?

Coronavirus, la denuncia di Cinzia: “Multata di 280 euro perché sono una senzatetto”

Una testimonianza paradossale a Sestri Ponente: "Io una casa dove stare non ce l'ho, ma mi hanno detto che devo vergognarmi"

Genova. La incontriamo seduta su una panchina in piazza Baracca in compagnia del suo cagnolino Goemon. Ci avvicina lei durante una diretta Facebook pensata per mostrare la reale situazione di via Sestri, dove nei giorni scorsi sono stati denunciati ancora assembramenti. “C’è ancora troppa gente in giro, dovete stare a casa”, insistono diversi spettatori nei commenti. Poi parla lei, Cinzia: “Noi senzatetto cosa dobbiamo fare? Io una casa dove stare non ce l’ho. Ho anche preso un verbale da 280 euro e mi hanno detto che devo vergognarmi”.

Multata perché senzatetto. Succede anche questo, durante l’emergenza coronavirus, in una delle tante strade commerciali delle delegazioni genovesi che ogni mattina, nonostante i divieti sempre più stringenti, si popolano di anziani, casalinghe, persone che si mettono in fila per fare la spesa, per andare in farmacia o dal fornaio, a volte solo per trovare un po’ di compagnia, chi con la mascherina e chi senza, in una routine quotidiana che continua tutto sommato tranquilla. E poi ci sono loro, gli altri, quelli che la quarantena devono farla sul marciapiede, chiedendo qualche spicciolo, approfittando del buon cuore di qualcuno.

“Posso dirlo? È una merda, una schifezza”. Non l’abbiamo censurata in diretta, non la censuriamo qui. “Non abbiamo niente, le mense sono chiuse, le docce sono chiuse. Ci porta da mangiare solo la croce rossa”. Cinzia vive in strada da sei anni. “Sono in attesa di divorzio da nove anni, non posso chiedere il reddito di cittadinanza perché lo stato di famiglia risulta ancora col mio ex marito. Ogni tanto chiedo l’elemosina, ma la gente ormai non si avvicina più”.

Poi, qualche giorno fa, la beffa. “La polizia mi ha fatto la multa perché non ho la casa, perché ero in giro senza motivo. Mi hanno anche detto che dovrei vergognarmi. Il verbale gliel’ho strappato in faccia, dovrebbero vergognarsi loro a fare una cosa del genere”. La rabbia è tanta.

L’ostacolo principale per Cinzia è il suo socio a quattro zampe. “Me lo ha regalato la mia migliore amica per il compleanno. Vive con me da un anno e mezzo, all’epoca lui ne aveva nove, lo tengo perché ha problemi di salute e almeno mi fa compagnia”. Ma in città, nonostante l’ampliamento dell’offerta di posti per chi non ha una dimora, non ci sarebbero strutture disposte a prendersi cura anche degli animali.

Vicino a Cinzia incontriamo Roberto, che gestisce un distributore automatico in piazza Baracca. “Sono qui per controllare che non ci siano assembramenti, altrimenti ci fanno chiudere”, ci spiega. Lui è una delle persone che danno una mano a chi non può scrivere sui social #iorestoacasa:  “Ero presente quando l’hanno multata. Io per fortuna una casa ce l’ho e quando posso le porto un tramezzino, un caffè. È un problema enorme, una struttura per dormire dovrebbero averla, qua a Sestri ci sono tantissime persone in queste condizioni, tre o quattro li conosco”.

Cinzia tira fuori le crocchette per Goemon: “Si chiama come il compagno di Lupin”, precisa, il ladro-samurai che ruba ai ricchi per dare ai poveri. “Ho sposato l’uomo sbagliato, purtroppo gli errori si pagano”, commenta con amarezza. Una mascherina è riuscita a procurarsela, “ma il coronavirus non è un problema, o meglio, la nostra vita è tutta un problema”. E l’indifferenza, forse, è ancora più letale.

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