Allarme

Coronavirus, incognita su riapertura scuole. Lo sfogo di una prof: “Stiamo perdendo gli studenti più deboli”

La tecnologia non basta se ci sono ragazzi senza famiglie presenti o senza soldi per i giga. “Quelli che arrancavano ora sono persi”

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Genova. Mancano ancora oltre due settimane al 3 aprile, giorno fino al quale sono fissati alcune norme dei decreti per arginare la diffusione del Coronavirus, ma il comitato tecnico scientifico che sta supportando il governo nelle decisioni da prendere, ha già paventato l’ipotesi che la chiusura delle scuole possa proseguire anche oltre quella data. La sospensione dell’attività didattica ha evitato che i contagi fossero ancora maggiori e nelle prime zone dove è stata attuata, come il Lodigiano, ha dato effetti positivi. La premessa è che i giovani sembrano essere i meno esposti alla malattia, ma sono comunque veicolo di essa.

Questo il quadro. Ma all’interno di tale situazione, nonostante gli strumenti che la tecnologia può offrire al mondo dell’insegnamento e dell’istruzione, le problematiche legate alla “scuola digitale” sono moltissime e si traducono nel rischio della definizione netta tra studenti di serie a e studenti di serie b. Perché non tutti i bambini, non tutti i ragazzi hanno uguale possibilità di accedere alle lezioni e al sistema didattico via web.

Questo concetto è stato bene espresso da un’insegnante ligure in un istituto professionale del savonese, Sabina Minuto che, con un post su Facebook, ha lanciato l’allarme: “Più il tempo passa più perdiamo studenti, è una catastrofe”.

Il problema non sono i voti, le valutazioni, i programmi che restano indietro – spiega la docente – ma gli studenti di cui si sta perdendo traccia. “Io ne ho perso una dozzina”, fra i tanti deboli quelli più deboli per mille motivi: famiglia assente, nessun controllo, nessun strumento digitale, niente soldi per i giga, casa famiglia, DSA, BES, stranieri, “tutti quelli che arrancavano ora sono persi”. Quello della prof è un grido di dolore: “Non vantatevi più tanto delle vostre scuole super tecnologiche. Siete tutti bravi, ma non ci sono solo i licei in Italia. Ci sono altre scuole, altre realtà. Qualcuno almeno ci rifletta. Sono stanca e arrabbiata”.

Nelle ultime ore il ministero dell’Istruzione ha diramato una circolare esplicativa su come gli istituti scolastici dovranno comportarsi in tema di valutazioni, svolgimento della didattica sulla necessità di seguire con particolare attenzione gli studenti più fragili, quelli il cui percorso di apprendimento è maggiormente a rischio. Ma – come sanno bene gli insegnanti – una cosa è la teoria, l’altra è la pratica.

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