Genova. “Anche noi tassisti siamo in ginocchio”. A denunciare gli effetti dell’emergenza coronavirus sulla categoria è Simone Gambaro, il presidente di Gexi, la nuova associazione genovese confluita in seno ad Ascom e l’unica a votare contro gli aumenti tariffari proposti al Comune da tutti gli altri sindacati a gennaio.
“Abbiamo bisogno di risposte”, dice Gambaro. E snocciola alcuni dati: nella prima settimana di marzo le chiamate giornaliere sono calate del 40%, le prenotazioni sono scese del 70% rispetto a gennaio e febbraio, il 90% di quelle già confermate per marzo sono state disdette e anche per aprile e maggio si osserva lo stesso trend. “Gran parte di queste disdette non riguardano cittadini genovesi ma clienti esterni, turisti o viaggi aziendali”, spiega l’associazione di categoria.
“Questi dati rispecchiamo un calo dell’indotto relativo al turismo ed al business nella nostra città – è l’allarme che lancia Gambaro -. Anche noi, come tutti, attraverso la nostra associazione Confcommercio auspichiamo che vengano presi provvedimenti per salvaguardare le attività e si trovino soluzioni. Con amarezza oggi apprendiamo dall’assessore Campora che il sindaco ha accettato incondizionatamente e sarà quindi votata in giunta la proposta di aumento tariffario proposto dal Coordinamento Taxi Genovese, ricordando che le nostre proposte sono state ignorate. Abbiamo provato in ogni modo a proporre soluzioni per un adeguamento tariffario che potessero favorire un progetto di crescita, che coinvolgessero la categoria nel cercare di migliorare i servizi e la trasparenza tariffaria, che prevedessero lo sviluppo del servizio in zone della città più difficili da servire”.
Tra le proposte che Gexi aveva avanzato, un importo massimo di arrivo su chiamata in modo che il cliente potesse calcolare il costo della corsa, tariffe speciali per categorie specifiche di clienti svantaggiati e un piano di innovazione tecnologica.