Genova. “Non ci possono essere regole che valgono fino ai cancelli di una fabbrica e regole diverse che valgono dentro. Se mancando i dispositivi di sicurezza o se non si può mantenere la distanza di un metro in questo momento le fabbriche devono chiudere almeno per quel che riguarda le produzioni che possono essere rallentate senza conseguenze per la sicurezza e la salute dei cittadini”. Lo ha detto il segretario della Fiom Bruno Manganaro nella riunione in streaming che si è svolta nel primo pomeriggio di oggi con il governatore della Liguria Giovanni Toti e l’assessore al Lavoro Gianni Berrino per fare il punto sulle proteste nelle fabbriche genovesi a causa dei timori dei lavoratori a rischio contagio.
“I lavoratori non si devono immolare per il Pil e se le condizioni di sicurezza non ci sono le aziende devono attivare la cassa integrazione concordandola con i sindacati fino al termine dell’emergenza”.
La riunione a cui hanno partecipato i segretari di Cgil, Cisl e Uil è stata aggiornata a domani quando dovrebbe essere pubblicato un nuovo decreto con all’interno misure per le imprese.
Intanto oggi, dopo gli scioperi, Fincantieri ha deciso di chiudere tutti gli stabilimenti per 15 giorni, da lunedì 15 al 29 marzo compreso, ma con una modalità che fa infuriare i i sindacati, vale a dire il ricorso a “ferie collettive anticipate rispetto alla chiusura estiva”: “Fincantieri chiude ma utilizzando le ferie dei dipendenti – spiega Manganaro – scaricando sui lavoratori i costi della chiusura e assicurandosi in questo modo di recuperare il tempo ad agosto. E’ un atteggiamento vergognoso da parte di un’azienda dello Stato”.