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Coronavirus: dal supermercato al ferramenta, ecco tutti i negozi che troverete sempre aperti

Il decreto contiene una lunga serie di eccezioni alla chiusura del commercio al dettaglio, per tutti gli altri settori di fatto non sarà un vero stop

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Genova. Intanto è meglio partire da un concetto: si farebbe prima a dire che cosa chiude piuttosto che individuare quello che resta aperto. Perché il decreto 11 marzo sull’emergenza coronavirus, anticipato dalle comunicazioni in diretta del premier Giuseppe Conte, individua in sostanza due categorie destinatarie della sospensione: il commercio al dettaglio e i servizi alla persona. Tutto ciò che non rientra in queste macro-aree (ad esempio i grossisti, l’agricoltura, l’edilizia, l’industria, la pubblica amministrazione) non si ferma in assoluto.

Partiamo dal commercio: negozi tutti chiusi, tranne una serie di attività individuate dall’allegato 1 al decreto. Anzitutto ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimarket e generi alimentari vari. Quindi non è necessaria alcuna corsa per fare provviste, perché la spesa la si potrà fare sempre, comunque e dovunque. Vengono specificati anche i prodotti surgelati. Sono chiusi i mercati, tranne le attività che commerciano generi alimentari. Attenzione perché sono comunque sospesi i mercati all’aperto, in quanto possibile fonte di assembramenti.

Restano aperti i negozi che vendono computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici, informatica. Ma anche ferramenta, vernici, vetro, materiale elettrico e termoidraulico, materiale per l’illuminazione, combustibili per uso domestico e riscaldamento, ottica e fotografia. In altre parole se vi si brucia la lampadina o vi si guasta la stampante potete tranquillamente andare a fare i vostri acquisti per quelli che, evidentemente, sono considerati generi di prima necessità.

Rimane aperto tutto ciò che riguarda la salute, l’igiene e la pulizia: quindi farmacie, parafarmacie, saponi, detersivi e affini, prodotti medicali e ortopedici, articoli igienico-sanitari, profumerie, negozi per animali. Niente chiusura per edicole, tabaccai, benzinai e assimilati.

Come funziona nei centri commerciali? Rimarranno accessibili ma saranno aperti solo alcuni negozi. Il decreto infatti dice che rimarranno sospese le attività al dettaglio anche nei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso alle sole attività individuate nell’allegato.

Passiamo alle attività dei servizi di ristorazione. Saranno chiusi bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie (ma non i panifici, che sono considerati alimentari) con alcune eccezioni: le mense e il catering continuativo su base contrattuale e tutti gli esercizi di somministrazione posti nelle aree di servizio lungo strade e autostrade, nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, nei terminal e negli ospedali. Resta permessa per tutti la consegna a domicilio con rispetto delle norme igienico-sanitarie per il confezionamento e il trasporto.

Tutte le attività che rimarranno aperte dovranno comunque rispettare sempre la norma numero uno: fare in modo che le persone restino a distanza di almeno un metro tra loro, anche contingentando gli accessi (come sta già avvenendo in questi giorni per esempio nei supermercati). Chi non si adeguerà andrà incontro a sanzioni amministrative.

Sarà possibile fare acquisti di qualsiasi genere nei negozi non fisici: online, per telefono, in televisione. Restano accessibili anche tutti i distributori automatici.

Chiudono anche i vari servizi alla persona, cioè parrucchieri, estetisti e barbieri. Rimarranno aperte solo le lavanderie, le tintorie e i servizi di pompe funebri (ricordiamo però i funerali sono vietati per effetto dei precedenti decreti).

Il testo del decreto poi specifica che resteranno garantiti i servizi bancari, finanziari, assicurativi e le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agro-alimentare e le filiere che forniscono beni e servizi collegati. Questo, ovviamente, perché i supermercati non possono certo restare vuoti.

E tutto il resto? Il Governo non impone nessuna chiusura. Ma all’articolo 7 raccomanda che si ricorra il più possibile allo smart working per evitare gli spostamenti in ufficio, che si incentivino le ferie e i congedi retribuiti, che si sospendano le attività non indispensabili alla produzione, e in ogni caso che si applichino i protocolli anti-contagio, con rispetto delle distanze, adozione di protezioni individuali e sanificazione dei luoghi di lavoro. In sostanza è un invito a fermare tutto ciò che non è indispensabile, anche se poi sarà discrezione delle singole aziende scegliere come comportarsi.

SCARICA QUI IL DECRETO FIRMATO COMPLETO

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