Genova. In queste ore è accesissimo il dibattito sull’opportunità che le attività produttive in tutta Italia non valutino una sospensione o riduzione dei turni per consentire ai lavoratori di rimanere a casa. Il decreto governativo e il protocollo tra parti sociali ha ribadito come industria e imprese possano restare aperte, ma più il virus si diffonde – specialmente nelle regioni a più alta intensità di fabbriche e aziende – e più ci si domanda se non sia il caso ridurre al minimo le attività che devono restare con la luce accesa.
Nell’attesa che si arrivi a una soluzione, però, Confindustria Genova ha iniziato a mettere nero su bianco quali siano le esigenze delle proprie aziende in termini di Dpi, ovvero i dispositivi di protezione individuale che possano consentire in sicurezza il proseguimento dell’attività lavorativa durante l’emergenza sanitaria.
Confindustria Genova ha avviato appunto un’indagine tra le Aziende associate per conoscere il fabbisogno stimato di mascherinedi tutte le tipologie (chirurgiche, FFP1, FFP2, FFP3) nei prossimi mesi, allo scopo di valutare possibili iniziative intese a limitare al massimo l’impatto dell’emergenza sulle imprese.
A oggi, all’indagine hanno risposto 160 aziende; il totale di mascherine richieste, a prescindere dalla tipologia, superano le 1.776.000 unità, di cui poco meno di 370.000 entro 1 mese, oltre 631.000 da 1 a 3 mesi, circa 780.000 dopo 3 mesi.
Il fabbisogno, per macrosettori, risulta così suddiviso: il 33,9% nell’Industria, il 40,6% da Porto e Logistica, il 18% nella Sanità privata (prevalentemente Residenze Socio Assistenziali), il 6,4% nei Servizi e l’1,1% nel Turismo.