Accesso negato

Coronarivus e funerali negati: per i parenti solo un rapido saluto al feretro chiuso sulla soglia di Staglieno

Le società di pompe funebri trasformate di "aziende di trasporto rapido di salme in sicurezza" tra lo strazio dei parenti

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Genova. “Tranquilli non lo siamo, ma a differenza di tanti che lavorano in fabbriche che avrebbero dovuto chiudere anche prima noi facciamo un lavoro indispensabile e siamo fieri di poterlo svolgere”. A raccontare il lavoro di chi accompagna i defunti nell’ultimo viaggio oggi ancora più solitario è l’operatore di una grande società genovese di servizi funebri. Un lavoro che, già delicato di per sé, è diventato particolarmente complicato nel pieno dell’emergenza Covid-19. Da un punto di vista tecnico ma anche psicologico: “Lavoriamo meno di prima – racconta il lavoratore – perché il servizio è molto semplificato a accorciato dall’assenza di cerimonie ma è come lavorare il triplo tra l’indossare i dispositivi di protezione, il toglierli, le procedure codificate al millimetro ma nel contempo la difficoltà di dover gestire il trauma dei familiari che spesso nemmeno possono dare ultimo saluto ai loro cari perché magari sono in quarantena”.

Per i defunti accertati Covid che si trovano negli obitori degli ospedali c’è una procedura codificata a livello nazionale per tutte le salme infette, procedura che viene utilizzata anche nei casi di sospetti Covid, per esempio nel caso di anziani morti di polmonite in casa o un una struttura: non c’è la vestizione, i corpi sono coperti da un lenzuolo antisettico e poi chiusi in un sacco biodegradabile con cerniera e da lì direttamente nel feretro. I parenti non possono assistere a questa fase e gli operatori hanno speciali protezioni: “Arriviamo vestiti come marziani – spiega un operatore – con i doppi guanti, le mascherine, occhiali, tute bianche e calzari e questo rappresenta un ulteriore choc per i famigliari”.

La sospensione di tutte le cerimonie funebri ha accelerato per tutte le aziende i tempi di lavoro: se prima tra la morte di una persona e il funerale passavano anche 30 ore oggi non ne passano più di 6. “Siamo diventati una società di trasporto rapido salme in sicurezza” racconta sconfortato un altro operatore.

I feretri delle bare dei defunti Covid arrivano una dopo l’altra al cancello del cimitero di Staglieno: niente fiori, nessun parente perché spesso i parenti stessi sono in quarantena.

Ma anche ai parenti dei defunti non Covid l’accesso al cimitero di Staglieno, dove oggi a Genova vengono portate tutte le salme, non è consentito. “Per questo sconsigliamo ai parenti di seguire in auto il feretro, perché la separazione è un momento di distacco molto pesante senza la possibilità di elaborarla attraverso una cerimonia cattolica o laica che sia”.

Gli operatori tuttavia cercano nel rispetto delle rigide normative in materia sanitaria di consentire ai parenti che arrivano davanti al cimitero di dare il tempo per un ultimo saluto. “Facciamo quel che possiamo – raccontano i lavoratori – il collega che guida il carro funebre poco prima dell’ingresso può aprire il portellone posteriore e estrarre con il carrello una parte del feretro in modo che i parenti possano, uno alla volta, avvicinarsi, toccarlo e magari dire una preghiera. E’ tutto quello che possiamo fare, ma è un momento anche per noi piuttosto straziante”. C’è chi piange e si dispera, chi si arrabbia a volte per questo saluto negato o troppo breve, chi resta in silenzio nel proprio dolore con il viso in parte nascosto dalla mascherina.

I feretri sono poi portati nei capannoni in attesa della cremazione che resta la scelta primaria: l’80% dei feretri viene cremato. Per chi invece sceglie l’inumazione c’è il campo Covid, che si trova nell’angolo di monte del campo 4 di Staglieno. E’ affidato alla cooperativa Ma.Ris e potrà ospitare 200 tombe in campo, che successivamente, a emergenza finita, potranno essere esumate e portate poi nelle tombe di famiglia.

Anche le urne con le ceneri al momento restano a Staglieno: per le disposizioni del Governo non è possibile portarle al di fuori del Comune dove è avvenuta la cremazione: anche il trasporto è negato e potrà essere fatto solo a emergenza finita.

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