Genova. Il dolore c’è sempre ma si è trasformato, dopo un anno e mezzo, in rabbia e in ricerca di giustizia. E’ quello dei familiari delle vittime del crollo di ponte Morandi. In questo venerdì 14 febbraio, esattamente 18 mesi dopo la strage, manifestano a Genova per chiedere che quanto accaduto non si ripeta mai più.
L’appuntamento nei pressi della stazione di servizio all’ingresso di Genova Ovest, in via Cantore, per un presidio e un volantinaggio.
Alla manifestazione hanno aderito diverse associazioni e comitati, da Autostrade Chiare, che l’indomani saranno di nuovo in piazza a Genova, ai Liberi cittadini di Certosa, dai commercianti della zona arancione ai cittadini di Oltre il ponte. Nei giorni scorsi dal comitato Ricordo vittime ponte Morandi, un gruppo di familiari che da tempo parla per voce della torinese Egle Possetti, il tema della sicurezza stradale e della giustizia è stato affrontato sotto diversi punti di vista.
Dal no alla prescrizione alla creazione di un fondo per i parenti di chi è vittima di stragi, dalla richiesta che vengano appurate le responsabilità di quanto accaduto a quella di una stretta sulle concessioni autostradali. E poi la scelta di non insistere con la campagna contro Olivieri Toscani (“il problema non sono le sue parole” ha detto Possetti) e quella di rinviare a data da destinarsi un incontro con Aspi (“hanno impiegato 18 mesi per questo invito, ora ci prendiamo il nostro tempo”).
Gli organizzatori hanno invitato ad indossare i giubbetti gialli in dotazione nelle auto “per una questione di sicurezza trattandosi di una zona a traffico intenso” e non per un riferimento ai “gilet jeunes”.