Genova. Inquinamento acustico, danneggiamento dei sentieri e rischi per l’incolumità pubblica. Sono queste le principali conseguenze che possono provocare i mezzi a motore che si avventurano per i nostri monti. Si tratta soprattutto di moto, visto che le quattro ruote sui ripidi e stretti sentieri della Liguria ci si avventurano poco preferendo il più agevole versante piemontese.
Il problema non è secondario e si acuisce in particolare nel periodo tra la primavera e l’estate quanto i sentieri della Rel (la rete escursionistica ligure) sono percorsi da centinaia di escursionisti.
Per questo si carabinieri forestali a partire dallo scorso fine settimana hanno avviato una serie di controlli congiunti alla circolazione fuoristrada che prevedono l’impiego di uomini di diverse stazioni, controlli che verranno intensificati e numericamente incrementati nei prossimi mesi.
Dal danneggiamento del sentiero al rischio dissesto idrogeologico
Non si tratta di fantascienza: i tacchetti delle gomme delle moto fuoristrada creano solchi profondi con conseguenti fenomeni di erosione fino a veri e propri piccoli smottamenti, soprattutto nei percorsi più ripidi. Oltre al problema ambientale c’è poi la questione dell’incolumità degli escursionisti, spesso famiglie con bambini, fino all’inquinamento acustico che ovviamente infastidisce chi cerca il silenzio e la pace di una gita o di una corsa nei boschi.
Fuoristrada sì, no, dove
Tecnicamente i mezzi attrezzati per il transito fuoristrada devono rispettare il codice della strada ma possono transitare su sentieri e strade ‘bianche’ non protetti. Tutti gli altri sono invece classificati e inventariati nella cosiddetta Rel (Rete escursionistica ligure) attraverso una delibera regionale. Percorrere una Rel (i più noti sono ovviamente i sentieri dell’Alta Via de monti liguri) prevede una sanzione amministrativa piuttosto elevata: se le moto hanno la targa regolarmente posizionata le multe possono arrivare a 300 euro, se la moto è priva di targa fino a 500 e la sezione prevede anche il fermo amministrativo del veicolo.
Troppe moto senza targa per i sentieri genovesi
Molte delle moto da trial o enduro che si vedono sgasare o sfrecciare per i sentieri sono senza targa. La giustificazione fornita dai motociclisti fa riferimento a un problema di sicurezza: in pratica la ‘scusa’ è quella che la caduta potrebbe portare a una rottura della targa stessa o addirittura ferire il conducente. Alcuni decidono di staccare la targa e attaccarla allo zaino rendendo comunque identificabile il veicolo: su di loro i carabinieri forestali sono pronti a chiudere un occhio per una semplice questione di buon senso. Chi toglie la targa sperando in questo modo di non essere identificato invece commette un errore abbastanza grossolano, visto che la multa arriva ed è salata.
Chi fugge ai controlli rischia la denuncia penale
Un capitolo a parte è costituito da coloro che non solo non mettono la targa, ma che all’alt dei militari fuggono sperando così di evitare la multa. Nulla di più controproducente: una volta identificato il fuggitivo, e i carabinieri assicurano che all’identificazione si arriva praticamente sempre, alla sanzione amministrativa più salata prevista dal codice della strada (oltre alla decurtazione di 10 punti dalla patente) si può aggiungere la ben più grave denuncia penale per resistenza a pubblico ufficiale. A metà gennaio i carabinieri forestali di Montoggio avevano denunciato un motociclista che era fuggito all’alt dei miliari accelerando sui sentieri dell’Alta via nella zona di Creto: è stato poi identificato e denunciato, oltre che multato per 700 euro.
Le zone più battute dalle moto fuoristrada
Sono tante e diverse. A levante c’è certamente la zona sopra né verso il passo della Biscia dove domenica scorsa in un servizio congiunto svolto dalle stazioni dei carabinieri forestali di Lavagna, Rapallo, Sestri levante e Cicagna sono stati sanzionati 5 motociclisti in poco più di un’ora. Piu a ponente la zona di Creto che interessa tuttavia un territorio vasto in parte in corrispondenza del sentiero dell’Alta Via che va da Davagna a Sant’Olcese, i piani di Praglia, la zona di forte Ratti sopra Quezzi e molte altre che spesso emergono dopo una segnalazione dei cittadini
Controlli coordinati e stringenti in arrivo in primavera
I carabinieri forestali (sono in tutto 12 le stazioni in provincia di Genova) stanno predisponendo controlli preventivi stringenti grazie alla collaborazione di più stazioni che verranno attuati in particolare a partire dalla primavera. Si tratterà di veri e propri posti di blocco a scopo soprattutto preventivo. I controlli prevederanno la chiusura delle vie di accesso in modo da bloccare chi non rispetta le regole e i sentieri protetti e disincentivare chi intende percorrerli.