Genova. Il collegio di vigilanza dell’Ilva di Cornigliano, composto da Regione Liguria, Comune di Genova e Società per Cornigliano, insieme ai sindacati chiede al Governo di fare presto nell’inserire l’emendamento che reintroduca la cassa integrazione maggiorata al 70% per i lavoratori dello stabilimento di Genova Cornigliano.
Questa mattina il prefetto Carmen Perrotta ha convocato il collegio dopo il presidio di ieri di Fiom, Fim e Uilm che chiedevano un ‘salvagente’ per le decurtazioni nello stipendio dei 280 cassintegrati Ilva non assunti da Arcelor Mittal.
Alla riunione hanno partecipato il governatore Giovanni Toti, il sindaco Marco Bucci e il direttore di Società per Cornigliano Enrico Da Molo.
“Se l’emendamento non sarà inserito nel giro dei prossimi 15-20 giorni – spiega il segretario della Fiom Bruno Manganaro – il collegio di vigilanza sull’accordo di programma provvederà utilizzando i fondi a disposizione di Società per Cornigliano ad aumentare le ore di lavori di pubblica utilità per questi lavoratori come garantito dall’accordo stesso”.
Intanto si attende l’esito della trattativa tra Governo e Arcelor Mittal sul futuro degli stabilimenti e non manca la preoccupazione: “In questo momento – dice ancora Manganaro – la questione dell’integrazione del 10% della Cigs rappresenta solo la punta di un iceberg di una gestione pasticciata di tutta la vicenda Mittal e il cui esito è tuttora incerto. Per questo probabilmente il collegio di vigilanza sull’accordo di programma sarà riconvocato nelle prossime settimane alla luce delle evoluzioni rispetto ad una trattativa da cui i sindacati sono tenuti fuori”.
“Ci aspettiamo che il governo inserisca nel Milleproroghe le norme che mancano oggi per l’integrazione del reddito dei lavoratori rimasti in Ilva in amministrazione straordinaria – afferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – se questo non dovesse accadere, e sarebbe grave così come per tutte le cose che abbiamo chiesto a sostegno della nostra città e della nostra regione, siamo pronti a intervenire con società per Cornigliano ove il ministero autorizzi come è stato fatto nei passati interventi. Il tutto ovviamente è appeso alla sentenza del 6 marzo prossimo sulla rescissione del contratto. Si ripartirà una volta che si è compresa la volontà di ArcelorMilttal di rimanere nel paese e evidentemente le condizioni che il governo riuscirà a mettere in campo perché questo accada”.