Genova. Torneranno nell’appartamento dove è avvenuto l’omicidio, in una villa del 600 nel quartiere di Montesignano, in Val Bisagno, e cercheranno di parlare con amici e parenti dei coniugi Zyberi, per capire se tra i due ci fossero problemi di lunga data e trovare così un movente per il delitto.
La scena. Ieri sera, in via Terpi, a villa Durazzo Grimaldi Chiarella, la scoperta. Uno dei residenti, un uomo sui trent’anni, rientra a casa e trova la colf, Laureta Zyberi, 42 anni, morta per terra in un lago di sangue. Vicino al suo corpo quello del marito, Eduart Zyberi, di 10 anni più grande. L’uomo non è morto, ma solo ferito.
Arma e movente. Restano due elementi, chiave, da chiarire. La motivazione del gesto, molto probabilmente legata a motivi passionali, e l’arma del delitto. La donna è stata trovata con ferite all’addome, così come il marito, quelle che si è autoinferto, ma non è stato stabilito se il coltello fosse nella casa dove la vittima aveva preso servizio o se fosse stato portato dal marito. La seconda ipotesi farebbe scattare la premeditazione.
Le indagini. Ieri sul posto gli uomini della squadra mobile diretti da Stefano Signoretti. Le indagini sono coordinate dalla pm Elena Schiavetta mentre al medico legale Marco Salvi, che già ieri ha effettuato i primi rilievi sul cadavere della vittima, sarà assegnata l’autopsia.
I coniugi Zyberi erano sposati da oltre 20 anni e abitavano in un condominio in via Burlando, nel quartiere di Staglieno. Vivevano in Italia dall’inizio degli anni Novanta.
Il marito ora si trova in stato di fermo, arrestato per omicidio, in ospedale. Le sue condizioni sono stazionarie. In mattinata è stato estubato ma resta ancora ricoverato in rianimazione per una lesione intestinale, a cui è stato operato.