Genova. Partirà nella seconda metà di marzo il cantiere dello scolmatore del Bisagno, la maxi galleria che dopo anni di alluvioni e servirà a mettere in sicurezza il torrente. A realizzarlo sarà il Consorzio Stabile Medil, azienda con sede a Benevento, che in questi giorni è risultata vincitrice della gara d’appalto bandita lo scorso ottobre da Invitalia, agenzia del ministero dell’ambiente. “Nel giro di tre o quattro settimane saremo in grado di firmare il contratto e contestualmente avviare i lavori con Bucci e Toti”, ha confermato l’assessore regionale alla protezione civile Giacomo Giampedrone.
Lo scavo inizierà nella zona della Sciorba, a Molassana. Un tunnel da 9,8 metri di diametro, lungo 6,6 chilometri, che scaricherà in mare 45o metri cubi d’acqua al secondo, circa un terzo della portata di piena che il torrente può raggiungere ogni duecento anni secondo i calcoli statistici. Il cantiere sarà in gran parte sotterraneo e quindi nascosto agli occhi dei genovesi. La galleria vedrà la luce in corso Italia, all’altezza di San Giuliano, accanto a quella dell’altro scolmatore che raccoglie le acque dei rii Fereggiano, Noce e Rovare.
La fine dei lavori è fissata tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 e “non sono previsti periodi di interruzione”, ha assicurato Giampedrone. A disposizione ci sono 204,4 milioni finanziati dalla struttura Italia Sicura del governo Renzi nel 2015, comprensivi del costo delle opere e di tutti gli oneri collegati. Il consorzio vincitore ha garantito un ribasso del 10% rispetto alla base d’asta (178 milioni più Iva).
Il progetto esecutivo, realizzato nell’agosto 2017 dal raggruppamento temporaneo di impresa capitanato da Rocksoil per poco meno di 3,8 milioni, è già stato approvato, ma ci sono alcuni aspetti da perfezionare. Anzitutto quello legato alla gestione del materiale di risulta che, secondo la prima ipotesi, doveva essere accumulato in piazzale Kennedy alla Foce. “Stiamo valutando invece di portarlo in una cava e utilizzarlo in seguito per i ripascimenti”, spiega Giampedrone.
Il consorzio Medil ha inoltre proposto alla struttura commissariale, che sarà guidata da Giovanni Toti in qualità di presidente della Regione, di prolungare il canale d’uscita in mare per scongiurare il rischio che le onde possano ostacolare il deflusso. Ma per farlo sarebbe necessaria una modifica al progetto che potrebbe comportare una nuova valutazione d’impatto ambientale e quindi tempi più lunghi che Toti vorrebbe evitare.
Tra i criteri per l’assegnazione dell’appalto è stato dato particolare valore alla qualità dello scavo, alla riduzione dell’impatto per la città, ai tempi di realizzazione dell’opera e al recupero dei materiali Assieme ai lavori della nuova copertura dello stesso Bisagno, che si completeranno a fine 2020, verrà assicurato il deflusso complessivo di 1.300 metri cubi d’acqua al secondo che, secondo i modelli statistici, sono in grado di rispondere alla piena duecentennale del torrente. La progettazione esecutiva dell’opera è stata affidata, nell’agosto 2017, al raggruppamento temporaneo di impresa capitanato da Rocksoil, dell’ex ministro Pietro Lunardi, per poco meno di 3,8 milioni, compresa l’opzione per la direzione lavori.