Genova. Una foto che sta facendo il giro della rete, e che ha già sollevato una tempesta, marina in questo caso: alcuni fondatori del movimento bolognese delle cosiddette Sardine ritratte in una foto in posa insieme a Luciano Benetton, il patron del gruppo a cui fa capo anche Autostrade per l’Italia.
Una vicenda che ha scatenato un enorme polverone, coinvolgendo sostenitori e detrattori di questo gruppo, tra i protagonisti assoluti della recente corsa elettorale per le regionali in Emilia Romagna. La foto è comparsa sulla pagina facebook di Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione, definito, anche sulla propria pagina, come “parte integrale del Gruppo Benetton”
“Una foto non fa primavera – hanno scritto ieri su facebook Mattia, Andrea, Giulia, Roberto, i quattro fondatori di 6000 sardine – La visita è stata organizzata su invito di Oliviero Toscani per avviare un confronto con i ragazzi e ragionare su come innovazione e comunicazione politica possano dialogare e aiutarsi a vicenda. I protagonisti dell’incontro sono stati i ragazzi. Alla fine dell’incontro è passato Luciano Benetton per salutare e ascoltare parte del dibattito. Quando i ragazzi ci hanno chiesto di fare una foto di gruppo ci è sembrata una richiesta legittima. Non abbiamo pensato che quella foto sarebbe stata strumentalizzata per associare le sardine ai poteri forti, alle concessioni autostradali, alle tematiche sociali e ambientali legate alla produzione industriale di abbigliamento nel mondo”.
Una spiegazione che ha provato a fare quadrato intorno a tutto il movimento (“Ci dispiace per tutte le sardine che in queste ore hanno dovuto rispondere ad attacchi che nulla hanno a che vedere con lo spirito di questo incontro”), ma che pare non abbia placato gli animi interni ed esterni: l’eco della polemica, ovviamente, è arrivata anche a Genova, dove la tragedia del Morandi e la questione concessioni autostradali hanno radici profonde.
“I ragazzi di Bologna hanno indubbiamente commesso una leggerezza e lo hanno ammesso loro stessi, ciò però non dovrebbe essere strumentalizzato – scrivono i coordinatori delle sardine genovesi questa mattina su facebook, in risposta alle decine di messaggi sul tema – Noi non eravamo al corrente di questa loro iniziativa, ma crediamo comunque nella loro buona fede e nella loro spiegazione. Ciò ovviamente non cambia il nostro profondo dolore, rispetto e la pretesa di giustizia per i nostri 43 concittadini”.